FIRENZE – Si fa rovente questo scorcio di fine estate sul fronte del caro mensa per gli studenti delle università toscane. Oggetto del contendere e della guerra di numeri, la recente indicazione contenuta in una delibera della regione Toscana che ha rivisto alcune tariffe per il servizio ristorazione.
“Negli ultimi anni l’inflazione, gli eventi pandemici e geopolitici, hanno determinato un sostanziale incremento dei costi delle materie prime e dei costi energetici determinando un forte disallineamento tra le tariffe e il costo di produzione del servizio ristorazione. La scelta di innalzare a partire dal 1° settembre 2023 le tariffe delle mense per alcune fasce ISEE di utenza che non rientra nella gratuità della consumazione, avviene in conseguenza alle indicazioni di revisione finanziaria pervenute dalla Regione Toscana per rendere economicamente sostenibile l’erogazione del servizio in questo scenario caratterizzato da un considerevole incremento dei costi di produzione” si spiega da Dsu precisando come “in questo contesto sempre più difficile la Regione e l’Azienda DSU Toscana hanno mantenuto il più a lungo possibile inalterato il costo dei pasti applicato agli studenti che oggi necessitano di un adeguamento”.
Le modifiche non riguardano tuttavia le fasce ISEE più basse fino alla soglia dei 30.000 euro con le stesse tariffe che rimangono inalterate, ma interessano quelle più elevate con incrementi più sensibili per i soggetti il cui nucleo familiare presenta una condizione reddituale alta e l’introduzione di una nuova tariffa di € 8,50 per una fascia riferita ad una utenza molto abbiente che presenta un ISEE oltre i 100.000 euro.
“Regione e DSU Toscana stante la non più rinviabile necessità di compiere un adeguamento delle tariffe hanno dunque cercato di porre attenzione ad agevolare le categorie più deboli che non vengono di fatto coinvolte negli aumenti, applicando una maggiorazione solo agli studenti che si trovano in condizioni economiche migliori, perseguendo quel criterio di mutualità e sussidiarietà che fa parte da sempre della filosofia degli interventi a sostegno dello studio universitario”.
Ma studenti e opposizione non ci stanno. “Di fronte a queste affermazioni ci sentiamo in dovere di rispondere e fare chiarezza – aggiunge il sindacato studentesco Sinistra per. – Innanzitutto, vogliamo far notare a Regione e DSU che le tariffe hanno eccome subito dei cambiamenti nel corso degli ultimi anni. Partendo da 15 anni fa, nel 2008, vi era un’unica tariffa comune all’intera comunità studentesca di 2,50 €. Questa è stata incrementata a 3,00 € nel 2011 per poi essere sostituita nel 2012 da un modello progressivo in base all’ISEE, le cui fasce sono state ulteriormente aumentate nel 2017″.
Considerando solamente la fascia da € 8,50, in essa non rientrano solamente le persone con ISEE da più di 100.000 €, ma anche studenti in Erasmus, provenienti da altri Atenei o stranieri, nonchè tutte le persone che non presentano l’ISEE” concludono gli studenti.
“Il diritto allo studio universitario è sempre più una chimera in Toscana, dove la Giunta stessa chiede all’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio di aumentare le tariffe per i pasti alla mensa universitaria, con punte fino all’89%: e tutto questo viene deliberato in estate senza che ci sia stata alcuna interlocuzione preventiva con le rappresentanze della comunità studentesca, come denunciano anche i comitati studenteschi, con i quali condividiamo l’allarme” denuncia Irene Galletti, capogruppo in Regione Toscana del M5S, che annuncia una interrogazione per conoscere nel dettaglio cosa abbia portato la giunta regionale a dare indicazioni in merito agli aumenti all’Agenzia Regionale.