Meno crisantemi quest’anno per la commemorazione dei defunti. È quanto si evince da un’indagine Ismea condotta durante la seconda quindicina di ottobre, periodo cruciale per la commercializzazione di fiori recisi in vista dell’appuntamento con le festività di novembre. Secondo le rilevazioni dell’Istituto, parte della produzione del crisantemo in pieno campo ha avuto risultati negativi a causa delle eccessive temperature del mese di settembre e di inizio ottobre che hanno inciso sui tempi di fioritura. Le quantità immesse nel circuito commerciale nel mese di ottobre dovrebbero, in base alle stime effettuate dall’Istituto, aggirarsi attorno ai 60-70 milioni di steli. La domanda è risultata invece superiore rispetto allo scorso anno, specialmente al Nord, determinando prezzi franco azienda in crescita su base annua.

Osservando più nel dettaglio le dinamiche a livello territoriale, si evince una situazione molto eterogenea nei vari mercati. Nel distretto sanrmese il prodotto immesso sul mercato è risultato in linea con i volumi dello scorso anno, in presenza però di prezzi in aumento anche del 20% e di una domanda più orientata verso le varietà multifiore rispetto al fiore unico. Nel pesciatino si è evidenziata una flessione di circa il 5% dell’offerta di prodotto a fiore unico, bilanciata da un aumento per la varietà multifiore. I prezzi, specie per questa ultima tipologia, hanno teso al rialzo (+9% nella penultima settimana di ottobre), in un mercato interessato anche alle rose, anthurium ed orchidee.

Le condizioni climatiche hanno limitato la resa dei crisantemi a fiore unico anche nella zona di Viareggio, con un calo di volumi del 10-15% rispetto alla stagione precedente, mentre il multifiore è risultato in linea con il 2013. Il prezzo medio è stato superiore del 3%. In Campania, nonostante il significativo calo dei volumi del crisantemo uniflora, i prezzi si sono mantenuti su livelli bassi, con una domanda indirizzata prevalentemente verso specie floricole più economiche quali gerbere e lilium. Stesse dinamiche di mercato hanno interessato Puglia e Calabria, a fronte di quotazioni in crescita nel ragusano.

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