In merito al blog di una settimana fa (“Caro futuro assessore, facciamo funzionare quello che già abbiamo” leggi) alcuni amici mi hanno fatto notare che avevo trascurato una parte molto ampia dell’offerta turistica toscana: dal mare alle terme, dalla montagna al congressuale, dai parchi naturali a quelli archeologici.
Al pari dei complimenti, le critiche mi fanno sempre piacere, perché segno di attenzione per quello che scrivo e volontà di approfondire gli argomenti, verso una elaborazione comune che sia più efficace per tutti.
Accolgo le obiezioni – in effetti non avevo parlato di questi argomenti – e sicuramente hanno ragione per il congressuale, che merita un progetto tutto suo (a Firenze e Pisa ci sono due convention bureau che lavorano bene e in sinergia).
Ma il mio sommesso consiglio al futuro Assessore al turismo della Regione Toscana voleva essere quello di portare prima di tutto a compimento quello che già abbiamo, e su mare, terme o congressuale non esistono al momento programmi di lavoro così avanzati ed incisivi come quelli relativi a siti Unesco, Via Francigena, Vetrina Toscana e turismo sportivo. Si tratterebbe semmai di recuperare alcune chiavi di lettura che erano state alla base di precedenti progetti (Costa di Toscana, Terme di Toscana) e di rielaborarle in maniera nuova, facendo davvero tesoro delle esperienze – positive e negative – registrate negli ultimi dieci anni. Ma se da sole non hanno funzionato, vuol dire che erano e sono troppo deboli.
Le obiezioni mi convincono invece meno, quando vi leggo la solita, irresistibile tentazione di fare quella che si chiama la “lista della spesa”: siccome abbiamo tantissime cose belle da proporre, abbiamo come l’obbligo di fare sempre l’elenco completo e non dimenticarci di nessuno.
No. Una regione ad altissima capacità di attrazione turistica come la Toscana non deve – giustamente – trascurare nulla del proprio patrimonio culturale, gastronomico, naturale, ma deve avere anche la forza politica e la capacità tecnica di aggregare tanti elementi attorno ad alcuni programmi prioritari, forti, complessi e capaci di far interagire territori e tematiche. Che poi è la base per costruire veramente quelle “esperienze di viaggio” di cui tutti parliamo, spesso in maniera un po’ astratta.
Pensiamo a quante cose stanno dentro (o possono stare dentro) a Via Francigena, o come il turismo sportivo può essere chiave di accesso a tutto quello che offre un territorio (appunto: mare, terme, parchi naturali), per capire quanto sia utile che il futuro Assessore al turismo resista alla tentazione della “lista della spesa”.