Odor di terraPiccole opere pittoriche capaci di racchiudere il grande fascino e la poesia delle terre di Siena. Una quarantina di lavori di piccolo e medio formato (cm 40×30, 40×40, 10×15 cm 13×19) realizzati negli ultimi tre anni da Anna Sala, che rivelano la sua ininterrotta meditazione sul paesaggio senese, insieme a marine spazzate dal vento e nature morte, genere su cui l’artista si è affacciata più di recente dando prova di alta capacità tecnica e di grande poesia, nei piccoli frutti scolpiti da pennellate brevi e guizzanti che prendono corpo tra colpi di luce affilata e sfumature d’ombra. E’ “Odor di terra” la mostra visitabile ad Asciano dal 3 al 30 settembre (tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19). Ad ospitarla, in una sorta di cornice ideale, sarà il Museo Civico Archeologico e d’Arte Sacra di Palazzo Corboli con i suoi affreschi allegorici trecenteschi che fanno da cornice alle Sale di Aristotele e delle Stagioni. L’inaugurazione della mostra si terrà sabato 3 settembre e oltre all’artista interverrà l’assessore alla cultura del Comune di Asciano Lucia Angelini.

Valli di silenzioAnna Sala ama da sempre Siena, città in cui ha studiato e dove ha vissuto a lungo. Ha conservato negli occhi, come un tesoro prezioso, le colline ondulate e le falde d’argilla spaccata delle crete senesi, il colore e l’odore della terra bruciata dal sole e i vigneti spettinati dal vento, ma anche i paesaggi dipinti dai maestri antichi, da Duccio di Buoninsegna a Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti, autori dei primi “ritratti topografici” dei paesaggi urbani e naturali di Siena. Basti pensare ad alcune delle tavolette della Maestà di Duccio, o al paesaggio sullo sfondo del Guidoriccio da Fogliano o al contado senese raccontato da Lorenzetti nella Sala dei Nove del Palazzo Pubblico di Siena. Pittrice colta e sapiente, Anna Sala ha recuperato la tradizione figurativa dei luoghi a lei cari insieme ai “buoni precetti” dei maestri antichi nella preparazione delle piccole tavole di pioppo levigate con strati di gesso su cui la sua pittura a olio acquista luminosità e trasparenza, tradendo un debito anche verso i maestri nordici del Rinascimento.