«Le mafie nel nostro Paese sono tornate forti». Ad affermarlo don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, a margine di un convegno sul welfare promosso a Firenze da Legacoopsociali. «In un momento di grande crisi economica e finanziaria – ha aggiunto – loro hanno tanto denaro frutto di violenza, crimini, affari, e lo investono: ci stanno travolgendo in questo senso». Secondo don Ciotti «ci vuole una risposta della politica, ma anche una risposta dei cittadini: lotta alla mafia vuol dire innanzitutto lavoro e scuola, al di là del lavoro dei magistrati e delle forze di polizia. In Italia ci sono delle belle realtà, ma anche troppi vuoti sociali, perché noi perdiamo migliaia di ragazzi per strada nel mondo della scuola, e soprattutto abbiamo milioni di persone senza lavoro. In questi vuoti sociali le mafie riescono a essere fortemente presenti».
Don Ciotti: «Rosy Bindi sta lavorando seriamente» Ma Don Ciotti è voluto tornare anche alle polemiche sulle dichiarazioni dei giorni scorsi di Rosy Bindi che aveva parlato di camorra come radicata nella realtà di Napoli. «Rosy Bindi sta lavorando seriamente, è fortemente impegnata con la commissione antimafia, non si stanca di andare nei vari territori a cercare di leggere i nodi, i problemi, le contraddizioni, unendo la denuncia al bisogno di una proposta- ha aggiunto don Luigi Ciotti – Credo sia il momento in cui tutti siamo chiamati a non perdere tempo con questo fiume di parole, e di impegnarci di più perché ci sia un po’ di cambiamento».
Immigrazione, «Non c’è un piano serio» Don Ciotti ha parlato anche dell’emergenza migranti. «Mi pare che non ci sia un piano serio a livello internazionale ed europeo non per rispondere all’emergenza, ma per creare una strategia sui flussi migratori. La risposta che è stata data è partita da una fotografia. Non è possibile che sia stata una fotografia ad aprire e a far scattare una maggiore disponibilità all’accoglienza dichiarata, ma che poi deve tradursi concretamente nei fatti. Davanti a quella fotografia del bimbo che allora ha commosso il mondo, lo dico con un senso di grande rispetto, io mi chiedo quanti non avevano visto le altre immagini di altre centinaia di persone raccolte sulle nostre spiagge o in fondo al mare, o soffocati nei camion». Infine il fondatore di Libera ha accennato al tema delle cooperative. «Le cooperative, a fronte di una certificata serietà, devono essere messe in condizione di crescere, operare, diventare sempre più autonome e riuscire a fare un servizio per la collettività. Basta col parlare di pubblico e privato anche le nostre realtà fanno servizio pubblico, tutti quanti ci spendiamo per il bene della gente. Abbiamo ruoli diversi ma che devono viaggiare nella stesa direzione, messi nel giusto, in grado di fare un buon servizio per i bisogni delle persone». Per don Ciotti «il sociale è cooperativo, oppure non è sociale, e quando parliamo oggi di cooperazione, in questo momento in cui sono emerse alcune vicende vergognose e drammatiche, perché sono state scoperte realtà che sfruttavano le persone più deboli, bisogna evitare le semplificazioni e le generalizzazioni».