FIRENZE – Le esportazioni agro-alimentari toscane hanno raggiunto nel 2023 i 3,5 miliardi. Si tratta di un valore mai toccato in precedenza. Dato che è caratterizzato da un aumento del 5% (160 milioni) rispetto all’anno precedente.
“Il temuto rallentamento non c’è stato. Il mercato UE ha tenuto molto bene con incrementi anche importanti, così come quello statunitense che rappresenta il primo sbocco extra Ue – ha affermato Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana –. Questi risultati sono ancora più significativi alla luce dell’attuale contesto geopolitico ed economico ma anche del fenomeno del tuscany sounding e delle frodi agroalimentari che generano un volume d’affari pari a quello delle esportazioni”.
L’Europa si conferma il motore dell’export regionale con 1,8 miliardi di euro di valore di prodotti commercializzati (+7%). Quello tedesco è il mercato più importante con 489 milioni di euro (+4%) poi seguono la Francia con 377 milioni (+7,7%), i Paesi Bassi con 124 milioni (+10,7%) e la Spagna con 105 milioni che registra una crescita del 42% delle esportazioni nell’ultimo anno. Al di sotto della soglia dei 100 milioni di euro ci sono tutti gli altri paesi con differenze però sostanziali tra il Belgio che acquista 70 milioni di euro di prodotti Made in Tuscany e Cipro e l’Estonia con appena 4,1 milioni di euro.
Tra i mercati che hanno segnato balzi a doppia cifra ci sono, oltre alla Spagna, la Polonia con 57 milioni di euro (+32%), la Romania con 35 milioni di euro (+25%), la Finlandia (+30%) e la Lituania (+26%).
Il mercato statunitense è saldamente il primo sbocco extra Ue per l’alimentare toscano con 870 milioni di euro di prodotti venduti (+5,2%). In sofferenza il mercato canadese (-9%) il cui valore resta comunque rilevante con 172 milioni di euro ma anche quello cinese (-7,3%). Continua la discesa per quello russo che dopo l’inizio della guerra e le sanzioni si è dimezzato toccando il minimo con 26 milioni di euro.
Il vino è il prodotto più commercializzato con quasi 1,2 miliardi di euro (-4%) insieme all’olio e derivati con 996 milioni di euro (+16,6%).