mps«Ho iniziato oggi. C’è tanto lavoro da fare». Cosi’ il nuovo ad di Mps Marco Morelli ha risposto ai giornalisti uscendo da Rocca Salimbeni al termine della sua prima giornata di lavoro a Siena. Il suo, per la verità, è un ritorno dopo sette anni a Rocca Salimbeni. Un evento che non ha portato quelle novità positive in borsa che forse lui stesso sperava. Marco Morelli si è insediato negli uffici che lo avevano visto vicedirettore generale all’epoca della presidenza di Giuseppe Mussari, proprio mentre il titolo ha proseguito la sua discesa chiudendo ai minimi, scendendo sotto i 20 cent, a 0,19 euro, segnando -6,40%.

marco-morelli-17Il lavoro di Morelli Il nuovo ad, deve preparare il piano industriale, quello che il suo predecessore Fabrizio Viola aveva cominciato ad impostare, con una banca che oggi vale poco più di 550 milioni di euro e che si appresta a chiedere al mercato una ricapitalizzazione fino a 5 miliardi. Un compito che non si annuncia facile anche se Morelli ha voluto rassicurare fin da subito i dipendenti con un videomessaggio, spedito ieri sera nell’intranet aziendale, nel quale sottolinea i due obiettivi prioritari del suo nuovo impegno: «rafforzamento patrimoniale e la messa in sicurezza, poiché queste sono le basi su cui lavorare al nostro piano industriale e continuare a consolidare un modello di banca sostenibile e competitiva».

L’incontro con i sindacati Parole che l’a.d («consapevole» di aver preso l’incarico «in un momento difficile», ma convinto che «una volta superato» sarà possibile dare «un futuro alla banca»), ha ripetuto anche ai sindacati che ha incontrato nel primo pomeriggio: una mossa, anche questa, tesa principalmente a rassicurare chi teme nuovi tagli, superiori agli 8mila previsti nel vecchio piano della banca allora guidata da Alessandro Profumo e Viola.

Mps e la massoneria Tra l’altro proprio Profumo è tornato al centro dell’attenzione con la ricostruzione di una telefonata pubblicata da Il Fatto Quotidiano con Ferruccio De Bortoli nel quale l’ex presidente parlerebbe delle difficoltà riscontrate a Siena per colpa della massoneria. Parole che sono state subito riprese da Laura Bottici e Alberto Airola, del M5S che chiede anche di sentirlo in Commissione finanze del Senato per istituire una commissione d’inchiesta sulle banche. La stessa richiesta arriva anche da Gaetano Quagliariello, presidente di Idea. Qualche polemica arriva anche dal fronte del Pd. «Mps sotto i 20 centesimi? – afferma il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia che da subito ha criticano il piano con Jp Morgan – Purtroppo era tutto facilmente prevedibile, tranne che per i fenomni del Mef e i loro consulenti».

Verso il cda A Morelli, come ha spiegato il segretario del coordinamento di tutte le sigle presenti in Mps Franco Casini della Fabi, i sindacati hanno anche chiesto di rivedere le retribuzioni dei top manager, troppo alte e non in linea con gli altri dipendenti in una banca che certo non attraversa un momento felice. Ma a Casini, ad Antonio Damiani della Fisac Cgil, e agli altri presenti alla riunione che gli chiedevano celerità nelle scelte, l’a.d. non ha potuto nascondere che i tempi del piano industriale si allungheranno un po’ rispetto a quelli che la stessa Bce aveva chiesto a Viola. Il cda di lunedì prossimo non dovrebbe quindi essere quello dell’approvazione, anche perché Morelli, prima, dovrà avere rassicurazioni da quelle banche che hanno garantito il loro sostegno e trovare investitori davvero disposti a scommettere sul futuro della banca senese, che deve anche trovare un sostituto al presidente Massimo Tononi che ha già annunciato la sua uscita alla prossima assemblea. Una scelta che non spetta a Morelli ma che certo non sarà fatta dai soci contro di lui.