L’allarme è stato lanciato da un report del Viminale che 48 ore fa ha parlato di altri 300 arrivi a Firenze e dintorni nei prossimi 10 giorni. Il Prefetto Alessio Giuffrica ha convocato così ieri tutti i sindaci e gli assessori dei Comuni della provincia, tenendosi a stretto contatto con i colleghi di Pisa, Prato, Pistoia, Siena e Lucca, per parlare chiaramente della situazione e ribadire il concetto base già rivolto nelle scorse settimane: tutti devono fare la loro parte oppure il modello toscano dell’accoglienza nelle piccole strutture è a rischio e le tendopoli sono dietro l’angolo. Firenze è ormai senza più uno spazio libero con oltre 900 stranieri accolti tra profughi dell’emergenza Mediterraneo e altri arrivati con altri programmi (rifugiati, richiedenti asilo, minori non accompagnati).
C’è chi dice no Il Prefetto di Firenze è stizzito in particolare con i tanti Comuni, almeno una decina nella città metropolitana, che non hanno ancora accettato l’accoglienza di alcun profugo: Calenzano, Vaglia, Reggello, Montespertoli, Firenzuola, Capraia e Limite per fare qualche esempio. Anche il presidente Enrico Rossi che ha risposto ai recenti attacchi del Ministero degli Interni, in particolare del suo titolare Angelino Alfano, ribadendo il modello toscano sui profughi, è infastidito dai tanti luoghi in Toscana che non sentono ragione sul tema accoglienza.
Lo Sprar Del tema migranti si è occupata nelle ultime ore anche l’Anci. «Siamo molto soddisfatti, questo bando, rivolto ai Comuni che ancora non fanno parte del sistema, permetterà di ampliare di almeno 10.000 posti la rete SPRAR» ha detto il presidente dell’ANCI, Piero Fassino, al termine della Conferenza Unificata in cui l’ANCI ha espresso parere favorevole sul decreto del Ministero dell’Interno contenente il bando per ampliare la rete dei Comuni aderenti allo SPRAR, servizio centrale del sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo. Il delegato ANCI all’Immigrazione e sindaco di Prato, Matteo Biffoni ha aggiunto: «Voglio ringraziare il Ministero dell’Interno, in particolare il Dipartimento libertà civili e immigrazione. Quello di oggi e’ un risultato importante, frutto del lavoro che ANCI sta facendo con il Governo, che testimonia un ascolto e un’attenzione nei confronti dei territori. Dispiace che, in questa occasione, il coordinamento delle Regioni abbia scelto di esprimere parere negativo. Ed è un peccato perché, al di là delle questioni di metodo, anche le rappresentanze regionali sanno bene che, nel merito, lo Sprar è uno strumento che serve innanzitutto ai territori».