Se non ci saranno nuovi casi entro la fine di questa settimana «potremo tirare un sospiro di sollievo». A dirlo è il direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, Gianni Rezza al termine della riunione con l'Unità di crisi della Regione Toscana sulla Nuova Sars. «Non c'è un allarme generalizzato – ha spiegato Rezza – siamo di fronte ad un focolaio molto ristretto di persone e la nostra sorveglianza continua».
30 viaggiatori “allertati” In particolare oggi è emerso che una trentina di viaggiatori che si trovavano sugli aerei su cui ha viaggiato, di ritorno dalla Giordania, il quarantacinquenne che vive a Firenze, primo caso di Sars in Italia (leggi), sono stati individuati e ''allertati'' dalle competenti autorità dei Paesi interessati.
Nuovi test tutti negativi E tra le novità dell’ultim’ora emerge che i campioni di 8 persone entrate in contatto con i pazienti affetti dal virus e ricoverati a Firenze sono risultati negativi al secondo test, effettuato dall'Iss. «Non ci sono nuovi casi clinici confermati fino ad ora ma continua la sorveglianza da parte della Regione delle persone entrate in contatto con i pazienti» ha detto ancora Rezza. La difformità tra i risultati del primo screening compiuto a Firenze con esito positivo sulle 8 persone venute a contatto con i malati e il secondo test effettuato a Roma, che e' negativo, si spiega, secondo il direttore dell'Iss, con l'approfondimento di analisi che l'Istituto Superiore di Sanita' e' in grado realizzare. «La positività del primo screening – ha spiegato – era molto debole, era bassa. Il protocollo non ritiene sufficiente questo primo passaggio e quindi l'esame viene ripetuto da noi con tecniche diverse e può essere anche fatto su parti diverse di genoma virale».
Il virus non sta mutando Le persone sotto sorveglianza sono una cinquantina, ha sottolineato il direttore dell'Iss, ma presto il periodo di incubazione, che dura un massimo di 10 giorni, si concluderà e quindi potranno dirsi completamente fuori pericolo. Rezza ha infine escluso che si possa parlare allo stato attuale di una modificazione del virus, come ipotizzato nella tarda serata di ieri (leggi). «Il virus – ha spiegato – non è stato ancora caratterizzato del tutto. Per caratterizzarlo bisogna isolarlo e studiarlo nel dettaglio però non ci sono motivi per credere che ci sia stata una variante o che ci siano mutazioni».