La Corte Costituzionale ha evidenziato la necessità di una partecipazione delle Regioni al processo decisionale sul nucleare. La sentenza della Consulta indica la strada della concertazione e del coinvolgimento delle Regioni, dando di fatto ragione a Toscana, Emilia Romagna e Puglia che avevano fatto ricorso alla Corte Costituzionale. La sentenza riconosce quindi il ruolo e la funzione delle Regioni, avvalorando la necessità di questi enti ad esprimersi con un parere obbligatorio rispetto alla localizzazione degli impianti per produrre energia nucleare.


Toscana – ”La Corte Costituzionale ha accolto il nostro ricorso contro il Governo sul nucleare dove sostenevamo che le Regioni devono esprimere il proprio parere, prima della decisione definitiva, per la costruzione di impianti nucleari”. Con queste parole Enrico Rossi, presidente della Toscana, su Facebook ha commentato la sentenza della Consulta che ha accolto il ricorso della Regione Toscana contro la decisione del  Governo sul nucleare. ”Va da sé – ha aggiunto Rossi – che noi siamo contrari. Vogliamo creare un distretto energetico che si basi sulle rinnovabili e non su una tecnologia vecchia e rischiosa”.


Emilia Romagna – La Consulta ha dichiarato illegittimo l’art.4 del decreto attuativo del Dl in materia di nucleare nella parte in cui non prevede che la Regione, con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere. Per il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, la Corte ha ribadito ”la necessità che rispetto alla localizzazione degli impianti la Regione e, attraverso di essa, la comunità regionale possano esprimersi”.


Puglia – Anche il governatore della Puglia Nichi Vendola, ha commentato la decisione della Corte Costituzionale sui siti per le centrali nucleari. “Viva la Consulta che ricorda al governo che la democrazia non è un optional. Difficile non essere sarcastico – ha aggiunto Vendola – rispetto a quello che sta accadendo in Italia dove c’è un Governo che da un lato sale sulle barricate sventolando la bandierina federalista, che per qualcuno copre le pulsioni secessioniste, e che dall’altro è il più centralistico della storia”.


Basilicata – ”Si ripristina, sia pure parzialmente – ha spiegato il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo – lo Stato di diritto in una materia così delicata, qual è quella legata alle politiche nucleari, che ha sempre visto la Basilicata schierata sul fronte del ”no”, sulla base di una scelta chiara, inequivocabile in favore dell’utilizzo dell’energia riveniente da fonti rinnovabili. Bene ha fatto quindi la Consulta a decretare – continua De Filippo – con la sua parziale bocciatura dell’articolo 4 del decreto attuativo della legge delega in materia nucleare, che la Regione dove si intende costruire un nuovo impianto o un sito di stoccaggio delle scorie nucleari (come a suo tempo si sarebbe voluto fare a Scanzano Jonico) deve essere ”adeguatamente coinvolta”.


Federeconsumatori – Fino a quando non sarà noto l’esito del referendum per l’abrogazione delle norme che riaprono alla produzione di elettricità attraverso la tecnologia nucleare, che la stessa Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile – si legge nella nota di Federconsumatori – riteniamo indispensabile bloccare ogni attività o nomina in vista del ritorno al nucleare del nostro Paese. In tal senso, pertanto, richiediamo che non si insedi l’Agenzia per il Nucleare, che non siano attribuiti dipendenti a tale agenzia, né che vengano disposte remunerazioni per i componenti, soprattutto alla luce della mancanza dei necessari requisiti di carattere legislativo da parte di alcuni suoi componenti. I cittadini – conclude la nota – stanno ancora pagando per lo smantellamento delle vecchie centrali (condotto in maniera poco chiara e ricca di ritardi e inefficienze), non vorremmo che, in questo modo, si ritrovassero a pagare anche gli oneri di un’agenzia per un ritorno al nucleare che, molto probabilmente, non avverrà mai.


Firenze