Gratitudine, attenzione e sostegno «per chi, in mezzo a mille difficoltà, vive e testimonia la bellezza della famiglia fondata sul vincolo pubblico del matrimonio tra un uomo e una donna e aperta all’accoglienza della vita». Messa in guardia invece nei confronti di «atti che possono oscurare l’identità della famiglia stessa assimilando ad essa altre forme di unione». Così si è espressa la Conferenza episcopale toscana in occasione della riunione all’eremo di Lecceto (Firenze) svoltasi lo scorso 29 settembre.
La presa di posizione dei prelati I vescovi toscani, si spiega in una nota diffusa solamente oggi, «su questo, come su altri temi che riguardano la concezione dell’uomo e della vita, sottolineano la pericolosità di fughe in avanti su terreni che richiederebbero cautela, sui quali il pensiero comune non sembra avere la stessa fretta mostrata a volte da istituzioni ed enti pubblici». Secondo la Cet «bisogna rifuggire l’idea, che purtroppo si va affermando, che ogni desiderio possa costituire un diritto: allo stesso tempo è necessario che chi ne ha le competenze operi in maniera efficace per assicurare alla famiglia i diritti che riguardano l’apertura alla vita, anche nelle sue condizioni di maggiore fragilità, la libertà di educazione, l’accesso al lavoro, in un contesto di giustizia e di pace. Annunciando questo, la Chiesa sente di svolgere il suo compito di fedeltà al Vangelo e al suo annuncio».