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Foto Cgil Toscana

Sulle note di “Va pensiero” è andato in scena a Firenze questa mattina lo sciopero dei lavoratori delle 14 Fondazioni Liriche italiane, Maggio Musicale in testa. La protesta, indetta da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials Cisal fa parte della serie di iniziative di contrasto all’art.24 della legge 160 decise nel corso del coordinamento nazionale del settore. A Firenze il corteo ha sfilato per le vie cittadine, da piazza San Firenze verso il lungarno Acciaioli, Por Santa Maria, piazza Repubblica, via Tosinghi, giro del Duomo con ‘fermata’ davanti alla sede della Regione (palazzo Sacrati Strozzi), via Martelli, via Cavour. Qui il presidio di fronte alla Prefettura e la richiesta di un incontro col Prefetto.

«Grande tradizione italiana  a rischio» «I lavoratori delle 14 fondazioni lirico sinfoniche italiane manifestano a Firenze per evitare che, a breve, la grande tradizione lirica italiana muoia, a causa della superficialità e disattenzione di chi dovrebbe avere il compito di tutelarla – spiegano le 4 sigle sindacali -. La selezione contabile è stato l’unico obiettivo delle iniziative politiche degli ultimi anni, dal decreto Asciutti fino alla legge 160/2016, un trend che sembra confermato nel disegno di legge sullo spettacolo dal vivo attualmente al vaglio del Parlamento. Tutti gli emendamenti presentati atti a modificare l’art. 24 della L. 160/2016 non sono infatti stati accolti, e la conseguenza sarà che molte delle FLS che hanno aderito alla Legge Bray non arriveranno al 2018. Si ridurrà drasticamente l’offerta culturale sul territorio, mettendo fra l’altro in predicato il futuro di tanti ragazze e ragazze che oggi studiano per diventare dei professionisti del settore. La politica ragionieristica di questi anni, gestita a colpi di decreto, ha operato esclusivamente su licenziamenti, esternalizzazioni e precarizzazione dei rapporti di lavoro, determinando non solo la chiusura di interi settori produttivi, corpi di ballo, laboratori di scenografia ecc. ma anche un’arbitraria rivisitazione di quanto richiesto dalle partiture dei compositori. I sindacati chiedono da tempo che si apra una discussione di prospettiva per la Lirica italiana e la mobilitazione continuerà fino a quando non sarà attivata un’interlocuzione adeguata alla gravità della situazione. In gioco non c’è solo la sorte di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie, ma un indotto economico in termini di prestigio e di capitale intellettuale di valore inestimabile».