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Non è passata la mozione di sfiducia al sindaco di Siena Bruno Valentini (Pd), promossa dai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle e firmata dalle forze di opposizione. La mozione è stata respinta con 18 voti contrari e 13 favorevoli. Compatta la maggioranza del Partito Democratico che ha confermato la fiducia al primo cittadino, il quale si è astenuto dalla votazione. I consiglieri M5S avevano promosso l’azione a causa dell’immobilismo politico della giunta e anche per le inchieste giudiziarie che riguardano il sindaco di Siena, al tempo in cui era primo cittadino di Monteriggioni. Valentini, durante il suo intervento, ha detto di «non avere nulla da nascondere» e che nei suoi confronti c’è stata una «campagna diffamatoria basata su insinuazioni. I firmatari della mozione lanciano accuse generiche», ha detto ancora il primo cittadino di Siena.

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L’intervento di Valentini «Noi il coraggio di cambiare tutto lo abbiamo avuto. Lo abbiamo dovuto fare per forza, per evitare il dissesto finanziario della più importante istituzione di Siena». Così Bruno Valentini durante il suo intervento in Consiglio comunale in apertura della discussione sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti, promossa dal Movimento 5 Stelle e sottoscritta dalle forze di opposizione. «I firmatari della mozione lanciano accuse generiche – ha detto ancora il primo cittadino di Siena -. Abbiamo ricondotto le spese del personale entro parametri di normalità, abbiamo ridotto di oltre 25 milioni, un quarto del complessivo, i debiti di questa amministrazione» ha spiegato ancora Valentini difendendo il lavoro della sua Giunta dall’accusa di “immobilismo amministrativo”, avanzata dai firmatari della mozione. Sulle inchieste giudiziarie che riguardano il sindaco di Siena, e che a loro volta hanno portato alla sfiducia promossa dal M5S, Valentini da detto di «non avere nulla da nascondere» e che rileva una «campagna diffamatoria, basata su insinuazioni ed accostamenti di cui la rilevanza penale non mancherò di valutare», ha concluso il sindaco