Puntualissima come ogni anno – purtroppo – lunedì 3 novembre 2014 inizierà la bassa stagione turistica.
Per tutti gli operatori inizierà la traversata nel deserto dei clienti, che si concluderà esattamente cinque mesi dopo, con l’arrivo della Pasqua, il 5 aprile 2015. Ogni anno il periodo si fa più difficile da superare e non sono pochi quelli che non riescono a resistere e chiudono la propria attività, talvolta per sempre.
Il dato è diverso da zona a zona, naturalmente, ma grosso modo si può dire che in questi cinque mesi, si registra appena un 22-25% di arrivi e presenze. Tutti d’accordo che è più bello e più facile viaggiare in estate che in inverno – e l’esperienza personale di ognuno di noi lo conferma – ma io non riesco a rassegnarmi ad un dato così basso.
E non ci riesco soprattutto quando penso alla Toscana.
No, non mi rassegno. Non trovo più accettabile che in cinque mesi riusciamo ad attrarre flussi turistici così modesti. Ma come è possibile?
Abbiamo – tanto per cominciare – due aeroporti internazionali collegati con decine di paesi tutto l’anno, e con prezzi assolutamente competitivi, visto che un volo andata/ritorno su Pisa costa in inverno fra i 50 e gli 80 euro praticamente da tutta Europa.
Abbiamo il quadrilatero delle città d’arte, Firenze-Pisa-Siena-Lucca, che in autunno ed inverno non perdono assolutamente nulla della loro bellezza e della loro capacità di attirare e stupire i visitatori, con il loro patrimonio culturale e la loro bellezza.
Abbiamo tantissime località termali, le cui acque calde e i trattamenti benessere diventano ancora più attraenti proprio nella brutta stagione.
Abbiamo la Maremma e le Crete senesi, il Chianti e la Valdorcia, l’Abetone e la Garfagnana, Cortona e le Apuane, oltre a quel tesoro tutto da scoprire che è la Via Francigena.
Tenere tutto questo “nascosto” per cinque mesi all’anno è una colpa che grava su ognuno di noi che in Toscana (ma potremmo dire in tutta Italia) ci occupiamo di turismo: il territorio, la cucina, le bellezze sono tutte lì, non spariscono il 3 novembre. Se non ci sappiamo lavorare sopra – per una volta – non diamo responsabilità ad altri, ma soltanto a noi stessi.
E cerchiamo di arrivare presto a dire, come facciamo da sempre per quelle del calendario, ma stavolta con soddisfazione: eh… non esiste più la “bassa stagione” di una volta.