Ho letto con piacere la notizia che il Museo nazionale di San Matteo, a Pisa, un luogo magnifico ma poco conosciuto (10 mila visitatori all’anno), sta registrando in questi primi mesi del 2014 un aumento dei biglietti venduti.
Se per attirare visitatori e turisti fosse suffiente avere esposto un capolavoro (e al Museo di San Matteo ce ne sono tanti, prima fra tutte la Sala delle croci dipinte) sarebbe tutto troppo facile. Ma non è così. La vecchia regola del marketing artigianale, “compri solo quello che conosci”, vale infatti anche per i musei: “vai a vedere solo le opere che conosci”. O, al massimo, i musei che sono famosi.
Vale per i grandi musei e per i piccoli. Se il Louvre viaggia sui 10 milioni di visitatori, lo si deve al fatto che tutti vogliono vedere la Gioconda, la Nike di Samotracia, la Venere di Milo, o la raccolta dedicata all’antico Egitto (sì, quella di Belfagor). Esperti a parte, quanti altri saprebbero dire – di getto – il nome di un’altra opera esposta? Poi, certo, c’è un lavoro fatto da decenni in questo senso, affidato ad esperti veri, a gente che ha davvero voglia di fare numeri e che non pensa – come tante volte accade in Italia – che “meno gente viene, meglio è”, perché tanto le persone sono ignoranti, non capiscono l’arte, e la troppa folla potrebbe rovinare le opere.
Non sono mai stato un cultore dei grandi numeri, ma neppure sopporto le lamentele di chi dice che tanti nostri musei – dove appunto i capolavori abbondano – sono così poco visitati perché non hanno adeguati servizi di accoglienza (spesso è vero) costano troppo (semmai il contrario), sono fuori mano (ma rispetto a cosa?). Tutte scuse. Se le persone non entrano in un museo, è semplicemente perché non hanno ricevuto un motivo per andarci: un’opera da vedere, un’esperienza da fare, una curiosità da soddisfare.
Vogliamo dirlo in termini social? Non entrano perché non pensano che un post o un selfie da quel museo sia figo da postare su twitter o su facebook.
La stagione turistica sta iniziando: ogni museo, se ha davvero voglia di fare numeri, provveda.