Gli industriali del marmo di Massa Carrara sfidano la Regione Toscana proponendo importanti investimenti, per 90 milioni di euro, e 250 posti di lavoro, chiedendo concessioni sulle cave prolungate di 50 anni. Ma la Regione dice no: «Questa proposta – spiegano il presidente Enrico Rossi e l’assessore Vincenzo Ceccarelli – appare non corrispondente a un graduale e sicuro sviluppo occupazionale, senza il quale l’allungamento delle concessioni fino a 50 anni diventa semplicemente una licenza di sfruttamento di un bene pubblico rilasciata senza condizioni e senza regole».
Sicurezza e tutela ambientale tra le priorità La Regione porta l’esempio del distretto di Verona, dove «per ogni addetto all’estrazione corrispondono 12 addetti alla lavorazione. In quello apuano invece questo rapporto si riduce a meno di quattro; se gli imprenditori chiedono una concessione cinquantennale – proseguono Rossi e Ceccarelli – è necessario che si impegnino a colmare questo divario occupazionale con un piano di sviluppo che, per raggiungere gli stessi livelli di quello di Verona, dovrebbe prevedere nel corso degli anni l’assunzione di diverse migliaia di persone». La Regione ribadisce agli industriali le sue priorità: maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, tutela ambientale e paesaggistica, riassetto idrogeologico delle aree apuane interessate, contenimento e controllo dell’estrazione. Conclude Rossi: «Disponibili a discutere ogni progetto di sviluppo che metta insieme imprenditori, forze del lavoro e istituzioni, partendo dalle nostre preoccupazioni principali che riguardano i livelli occupazionali e la tutela del paesaggio e dell’ambiente».