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Luigi Dallai e Dario Parrini

Lo aveva annunciato nel maggio scorso l’onorevole e segretario regionale del Partito Democratico Dario Parrini: «Presto anche in provincia di Siena ci saranno “importanti progetti di aggregazione dei Comuni”». L’occasione era stata un incontro organizzato a Siena dal suo collega e compagno di partito onorevole Luigi Dallai sul tema dei processi di riforma degli enti locali (leggi). E subito si era aperto il dibattito su quale Comuni avesse messo gli occhi il parlamentare, c’era il caso del Chianti, dove a quanto pare non si va avanti nel processo di fusione tra i comuni di Castellina, Gaiole e Radda, oppure quello della annessione di San Giovanni d’Asso da parte di Montalcino, ma altri processi non se ne conoscevano.

Documento democratico Qualche settimana dopo poi è stato chiarito che l’”importante progetto di aggregazione” riguardava due Comuni della Valdichiana senese, Montepulciano e Torrita. E la “strana” coppia democratica (Parrini è renziano della prima ora mentre Dallai a Siena è annoverato nelle fila della minoranza interna) ha persino tenuto a battesimo il documento siglato tra i Pd dei due comuni, alla presenza entusiastica dei sindaci, Giacomo Grazi e Andrea Rossi, e della segretaria provinciale del Pd, Silvana Micheli, che di Torrita è stata sindaco nei primi  anni ’90 (leggi). Un percorso di fusione, dunque, tutto individuato e deciso all’interno del Partito democratico.

Alcuni distinguo socialisti A quel documento, firmato anche dai partiti espressioni delle coalizioni di centrosinistra che governano nei due comuni, aveva fatto da grillo parlante in piena estate l’ex assessore di Torrita, il socialista Paolo Malacarne che nel riconoscere le ragioni di una fusione eventuale aveva posto alcuni paletti alla sua applicazione (la doppia denominazione del futuro Comune, il mantenimento dell’ufficio anagrafe a Torrita e le municipalità) (leggi). Infine, proprio perché i matrimoni si annunciano ma è bene prevedere cosa accadrà in caso di divorzio, Malacarne proponeva l’inserimento nel nuovo Statuto del Comune che verrà le clausole per recedere dalla fusione stessa. Che è un po’ come dire, mi fido ma è bene non fidarsi troppo.

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NO ALLA FUSIONE

Cittadini per il NO Per il resto, non si era mosso niente altro, almeno all’esterno. Fino a quando non è apparso un banchetto organizzato da cittadini torritesi alla tradizionale Firea del Piano del fine settimana scorso. Un banchetto che distribuiva volantini che annunciavano la nascita del “Comitato ufficiale per il NO alla fusione con il Comune di Montepulciano”. E così la sorte “magnifica e progressiva” della fusione indicata dal gotha del Partito Democratico trova adesso un ostacolo sulla sua strada. Non altri partiti politici (Fratelli d’Italia a Montepulciano da subito si erano detti contrari) ma cittadini che «decidono di mettersi in gioco per difendere la storia e l’identità di Torrita e Montefollonico e per salvaguardare i servizi della cittadinanza tutta». Un gruppo di cittadini che appare trasversale e non mosso da interessi partitici.

«Comune grande mangia piccolo» La principale paura dei cittadini pare il rapporto di uno a due tra la popolazione di  Montepulciano (14.200 abitanti) contro quella di Torrita di Siena (circa 7.500 abitanti) che finirebbe per far soccombere le ragioni dei torritesi. «Quella tra Torrita e Montepulciano sarebbe una fusione solo nel

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NO ALLA SOPPRESSIONE

nome, solo nelle carte, ma in realtà sarebbe né più né meno che una annessione – si legge in un comunicatio stampa -: il Comune più grande e più forte che si mangia quello più piccolo. Magari con la promessa di un po’ di risorse per qualche anno, solo per pochissimi anni, che poi chissà se verrebbero ogni anno confermate da uno Stato sempre in cerca di risorse e pronto a tagliare. Ma che anche se confermate, non possono essere il prezzo pagato ai torritesi per rinunciare al loro Comune. I torritesi non si faranno comprare». «Torrita, comune con più di 5000 abitanti, non ha nessun obbligo non solo alla fusione, ma nemmeno all’associazione dei servizi. Può scegliere liberamente come collaborare e lavorare insieme ai comuni limitrofi, perché no, anche con Montepulciano, individuando ciò che serve davvero ai propri cittadini e che è più utile per l’intera area della Valdichiana».

Paura per i servizi «Ma senza cancellare il Comune di Torrita di Siena, senza farlo sparire. Perché poi insieme al Comune spariranno anche i servizi: ci verranno a dire che gli uffici postali, la caserma dei carabinieri e chissà quanti altri servizi ancora vanno razionalizzati, e dunque ne dovrà rimanere uno per comune. E se deve essere uno per Comune non saranno certo collocati nel territorio di Torrita, i servizi».

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Dario Parrini

Comitato trasversale «Per questo la necessità di un comitato, aperto a tutti coloro che amano Torrita. Un comitato trasversale dunque, che non vuole fare guerra a nessuno, né tantomeno alla nostra Amministrazione comunale. Ma che nasce per spiegare ai cittadini come stanno davvero le cose, ed impedire all’Amministrazione torritese di fare qualcosa di cui la storia poi gli chiederebbe sarebbe uno scempio politico e istituzionale da cui non si potrebbe mai più tornare indietro».

Ideologia delle fusioni Il Pd regionale, appoggiato da quello provinciale e locale, prova dunque in provincia di Siena a fare ideologicamente le fusioni che in molti casi non è riuscito a fare in giro per la Toscana. Come dimostrano i refrendum popolari che hanno per la maggioranza dei casi bocciato ipotesi di fusioni a freddo tra Comuni. Ora lo scontro si sposta in Valdichiana, nonostante su questo tema faccia ancora discutere una lettera aperta sottoscritta da quattordici sindaci (molti del Pd) che invitavano il partito a frenare sul tema delle fusioni a freddo (leggi). Staremo a vedere.