Il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha firmato un’ordinanza (in vigore dal 24 aprile 2020) che vieta la sperimentazione e l’installazione di impianti con tecnologia 5G nel territorio comunale. Questo per prevenire qualsiasi possibile rischio per l’ambiente e la salute dei cittadini.

5G Si tratta della tecnologia di quinta generazione, che garantisce multi-connessione e velocità, ma su cui al momento non esistono studi sull’impatto sull’ambiente e sulla cittadinanza. «Abbiamo quindi fatto riferimento al principio di precauzione, articolo 191 del trattato sul Funzionamento Unione Europea, sull’approccio della gestione del rischio – dice il sindaco Vivarelli Colonna -: se vi è la possibilità che un’azione possa danneggiare persone o ambienti, e se non c’è consenso scientifico, la politica non deve essere perseguita. Solo in un secondo momento, con le indicazioni della comunità scientifica alla mano, si valuterà se procedere. In questo caso manca manca uno studio a medio-lungo termine». Altro riferimento in questo senso è la Legge nazionale n.36 del 22 febbraio 2001 che contempla il principio di precauzione.

Richieste di cautela «Tra l’altro – continua il sindaco di Grosseto – abbiamo ricevuto richieste di cautela da diverse associazioni, come ‘Atto primo: salute, ambiente e cultura’, l’associazione A.m.i.c.a e il Coordinamento nazionale nuove antenne».

Monitoraggio delle emissioni e degli assorbimenti di gas serra  «Alla base di questa ordinanza – dice l’assessore all’Ambiente Simona Petrucci – c’è anche un altro progetto, cioè lo Studio dell’Università degli studi di Siena cui la nostra Amministrazione comunale ha aderito, uno studio finalizzato al monitoraggio delle emissioni e degli assorbimenti di gas serra per il territorio grossetano, con particolare attenzione all’area del capoluogo. Tale strumento potrà offrire migliori possibilità di governo del territorio relativamente – ad esempio – all’organizzazione urbana, alla pianificazione energetica, alla mobilità e alla gestione dei rifiuti. Entro il 31 dicembre, a questo proposito, sarà prodotta una cartografia, utile per il quadro conoscitivo della pianificazione urbanistica e di settore comunale, con la quale si individueranno le aree urbane a maggior rischio di inquinamento da CO2. Per cui, anche se gli impianti di telefonia con tecnologia 5G non comportano significative emissioni di CO2, si dovrà eventualmente valutare con attenzione dove ammetterne l’installazione al fine di non creare ulteriori criticità in quelle zone a maggior rischio».

 

“Considerato quindi il carattere di novità rivestito dall’avvio della tecnologia 5G, abbinata ad una mancanza di riscontri da parte della comunità scientifica sulle potenziali ripercussioni sulla salute umana e in attesa degli esiti dello studio dell’Università degli studi di Siena sopra richiamato – così è scritto nell’ordinanza – si ritiene necessario valutare, al fine di prevenire qualsiasi rischio per la popolazione interessata, l’opportunità di emettere – a scopo precauzionale in prima battuta – una specifica ordinanza di divieto di sperimentazione e/o installazione di impianti con tecnologia 5G nel territorio di competenza, rimandando la definizione del problema in esame all’attenzione del Consiglio comunale”.