Un referendum per abrogare la riforma sanitaria toscana. E’ quanto chiedono alcune associazioni riunite in un comitato che oggi hanno depositato in Consiglio regionale della Toscana 4 mila firme, rispetto alle 2 mila necessarie, per verificare l’ammissibilità del quesito referendario. Come spiegato da Giuseppe Ricci, portavoce comitato referendario ed ex direttore generale Asl di Arezzo, «oggi abbiamo depositato le prime firme. Adesso il collegio di garanzia del Consiglio toscano ha circa 40 giorni per verificare l’ammissibilità e la regolarità delle firme. Dopodiché sarà pubblicato sul Burt il quesito referendario e da quell’istante inizieranno i 3 mesi necessari per raccogliere le residue 38 mila firme delle 40 mila necessarie».
«No alla centralizzazione delle decisioni» In estrema sintesi, ha spiegato ancora, «siamo contrari alla centralizzazione delle decisioni prevista dalla riforma sanitaria. Quando pochi cervelli decidono tutto c’è sempre il rischio che le cose vadano non a beneficio del singolo cittadino. Siamo poi contrari alle aziende grandi, perché il rischio è che «i piccoli presidi ospedalieri saranno sottoposti ad una forte contrazione della quantità e della qualità dei servizi». Inoltre, «con questa legge nascono gli esuberi.
Con la riforma nascono gli esuberi Per la prima volta in Toscana una legge che dichiara di avere esuberi in sanità. La riforma prevede tagli al personale, 70 milioni all’anno per i prossimi 3 anni ed ecco trovati i 210 milioni di cui Rossi oggi ha bisogno per ripianare il suo bilancio». In occasione della deposizione delle firme è stato organizzato un presidio sotto la sede del Consiglio regionale. A sostenere l’indizione del referendum, anche alcune forze politiche tra cui Sì Toscana a Sinistra, Forza Italia e M5s.