L’impressione è che si tratti di un’imposizione calcolata male. Ma in ogni caso si tratta di un colpo tremendo alla comunità di Massa Marittima, ad ora privata della sua tradizione più sentita: il Balestro del Girifalco. La decisione della Soprintendenza di Siena, Arezzo e Grosseto ferma le frecce dopo oltre sessant’anni: il provvedimento emesso nella tarda mattinata di mercoledì impedisce infatti di installare il tabellone che ospita il corniolo (il bersaglio) sulla Palazzina dei Conti di Biserno, struttura storica che si affaccia sulla piazza centrale della città, dove si svolge la manifestazione. Non ne parla direttamente, ma il documento della Soprintendenza recita testualmente che «nessuna struttura venga posizionata davanti alla Palazzina dei Conti di Biserno». Quindi anche il corniolo e senza quello niente Balestro. «Siamo stufi di essere vessati – sbotta il sindaco massetano Marcello Giuntini – Noi il Balestro lo faremo ugualmente, voglio vedere se ce lo impediranno. Così non si può più andare avanti, con questa idea distorta della tutela dei beni culturali e i loro atteggiamenti vessatori e burocratici stanno facendo morire una comunità».
La vicenda Giuntini ha un sospetto. Nel corso dei mesi un consigliere dell’opposizione consiliare, Gabriele Galeotti di Massa Comune, ha inviato diversi esposti alla Soprintendenza denunciano la presenza di molti ombrelloni, gazebo e simili installati nella piazza, a danno – spiegano questi esposti – del valore architettonico e paesaggistico del centro medievale. Una serie di documenti che ha portato Massa Marittima ad essere «particolarmente attenzionata», come dicono dal municipio, dalla Soprintendenza. «Quegli esposti stanno penalizzando un’intera comunità, sono convinto che il clima di pressione che hanno creato fa sì che le pratiche di Massa Marittima vengano istruite con una severità che non ha eguali in tutto il territorio di competenza della Soprintendenza. E quando si è troppo fiscali si rischia di perdere il buon senso e creare solo danni – si sfoga Giuntini – ad essere penalizzate non sono solo le manifestazioni ma anche e soprattutto le attività produttive ad alcune delle quali sono stati fatti togliere degli ombrelloni che, in estate, venivano posizionati davanti a bar e ristoranti sin da prima del 1980. Come se non bastasse abbiamo problemi anche sulle autorizzazioni per la sostituzione degli infissi in centro storico».
Lo sfogo contro la Soprintendenza Che siano stati gli esposti o meno a sollevare il fermo al Balestro, il sindaco si scaglia comunque contro la Soprintendenza. «È dal 1960 che il Balestro si svolge in quel modo. È come se imponessero al Comune di Siena di togliere il palco delle comparse davanti al Palazzo Civico di Siena in occasione del Palio, ma vogliamo scherzare? – attacca Giuntini – E questa è solo l’ultima che ci hanno combinato – prosegue il sindaco – non più tardi di 15 giorni fa volevano vietarci di posizionare una struttura del tutto analoga a quella autorizzata l’anno precedente, struttura che, da anni, viene utilizzata dal Gruppo Mineralogico Massetano in occasione della Mostra scambio dei minerali e fossili. Ho inviato una comunicazione al Prefetto, per informarla di tutte queste criticità, la situazione è insostenibile – conclude il sindaco – in ogni caso noi il Balestro lo faremo ugualmente, voglio vedere se ce lo impediranno».