La Toscana non trova l’accordo sulle nuove Province e invierà al Consiglio regionale due proposte. E’ il risultato della riunione fiume del Cal che si è riunito oggi per approvare un documento con la proposta sul riordino delle Province da presentare poi alla Regione che, entro il 24 ottobre la dovrà inoltrare al Governo.

La motivazione Per evitare divisioni interne e campanilismi il Consiglio delle autonomie della Toscana ha deciso di non votare un'unica ipotesi. Toccherà alla Regione presentare una sua proposta in materia al Governo. La decisione di presentare due documenti e' stata approvata all'unanimita' dal Cal ma i rappresentanti di Siena non hanno partecipato al voto in quanto «non sono state accolte le istanze del territorio senese»
 
I nodi Le due proposte su cui non èstato trovato l’accordo erano state presentate da UPI e dal Presidente del CAL, il sindaco di Pisa Marco Filippeschi. Proposte diverse tra loro, e non aderenti ai confini segnati dalla legge attualmente in vigore, tanto che nessuna delle due ha raccolto l’approvazione di una significativa maggioranza. Entrambe le proposte prevedono una deroga da richiedere a Roma: in tutti e due i casi, infatti, si prevede una provincia unica Prato-Pistoia, che non rientra nei criteri nédi dimensioni territoriali nédi popolazione indicati dalla legge.
 
La proposta dellUpi La proposta lanciata dall’Unione delle Province toscane parte da Firenze come Cittàmetropolitana, a cui si affiancano cinque province: Arezzo, che avrebbe i numeri per restare autonoma, una provincia che raccoglie Siena e Grosseto, una che accorpa Prato e Pistoia, una Massa e Lucca e l’ultima, che vede insieme Pisa e Livorno.
 
La proposta del Cal Filippeschi, invece, punta sulla maxi Provincia Pisa-Livorno-Lucca-Massa, cui si aggiungerebbero altre quattro aree: quella di Prato e Pistoia, quella di Siena e Grosseto, Arezzo e la Cittàmetropolitana di Firenze.