Per il lavoro di tracciamento dei casi di Covid la Regione Toscana metterà al lavoro 500 nuovi addetti, che potrebbero essere collocati negli spazi fieristici di Firenze, Arezzo e Carrara, uno spazio per ognuna delle tre Asl toscane: lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione, in una conferenza stampa.

Il reclutamento «Per capire dove noi cercheremo di metterli con la loro scrivania per lavorare – ha spiegato – abbiamo come possibilità, perché sono proprietà della Regione, gli ambienti fieristici» Giani ha sottolineato che i 500 addetti al tracciamento «saranno reperiti attraverso un’intesa che la nostra direzione sanitaria stipulerà con le università, dunque saranno utilizzate persone che sono magari agli ultimi anni di infermeristica e di medicina», ma «terremo conto anche di quelli che ci darà la Protezione Civile nazionale, che sta facendo dei corsi di selezione», e quindi «se ci arriva dalla Protezione Civile Nazionale un centinaio di persone noi ne prenderemo 400, se ci dicono che non ce ne sono, ne prenderemo 500».

Senso di civiltà «Sto vedendo per quello che riguarda il nostro Paese effettivamente espressioni preoccupanti, perché ci sono state manifestazioni davvero fuori dalle righe: invece in Toscana ho visto un senso di civiltà». Lo ha detto Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle manifestazioni di protesta contro l’ultimo Dpcm. In Toscana, ha proseguito Giani, «ho visto manifestazioni anche con posizioni molto forti, però sempre con un senso costruttivo, e poi soprattutto in Toscana, mi sento in questo orgoglioso, anche chi è sceso in piazza sono operatori veri, non ho visto infiltrazioni. Per me quindi massimo rispetto per chi è andato in piazza».

Limite orario alle 18, ipotesi maggiore apertura «Se tutti insieme ci adoperiamo per abbassare la curva epidemiologica» nel Dpcm ci sono «le condizioni perché si possa fra una decina di giorni riprendere in considerazione le caratteristiche del provvedimento» per quanto riguarda la ristorazione, con una «maggior apertura» rispetto al limite delle ore 18. Ha poi aggiunto Giani in conferenza stampa. Secondo il punto ‘ee’ dell’articolo 1.9 del Dpcm, ha spiegato Giani, «sulla base dell’andamento epidemiologico nei territori, ovvero sul come la situazione nei territori, le regioni possono disporre una situazione di normalità, cioè calibrare gli orari». Quindi, ha osservato il governatore, «ci vuole almeno una settimana, dieci giorni in cui vediamo se la situazione migliora o se la curva non è così proiettata verso l’alto. In secondo luogo occorre un protocollo regionale che dovremo costituire concordandolo con le categorie, e questo protocollo dovrà rispettare i protocolli nazionali, quindi dovremmo avere un ok anche dalle autorità nazionali. Fra una settimana, dieci giorni potremmo utilizzare il comma ‘ee’, ho dato la mia apertura. Questo non significa che domani possa io già fare un’ordinanza».