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Sale la preoccupazione in Toscana in vista del rientro di 2500 cittadini cinesi dopo le vacanze per il Capodanno cinese a causa dell’allarme per il Coronavirus.

Mallegni (FI): «Toscana esposta a rischio altissimo» In una nota il senatore di Forza Italia, Massimo Mallegni sottolinea come «l’arrivo dei 2.500 cinesi di rientro dalla Cina in Toscana espone la nostra regione ad un rischio altissimo. Mi auguro che il Governatore Rossi, e così il suo staff, abbiamo valutato attentamente il momento di inevitabile apprensione che la comunità toscana sta vivendo in queste settimane. Rossi avrebbe dovuto imporre, visto che ne ha potere, la quarantena obbligatoria per chi rientra dalla Cina. E solo dopo consentire il ritorno alle loro case e alla vita normale».

Fdi scrive a Ministro Speranza su protocolli in Toscana Dello stesso tenore la nota del coordinatore regionale per la Toscana di Fdi Francesco Torselli che fa appello direttamente al Ministro della Salute Roberto Speranza: «Abbiamo preparato una lettera ufficiale, che invieremo a mezzo posta certificata direttamente al ministro Speranza, per chiedere lumi sui motivi per i quali la Toscana non applica i protocolli ministeriali in merito alla profilassi per il coronavirus. In queste ore stanno iniziando i rientri dalla Cina di 2.500 residenti tra Firenze e Prato, andati in patria per festeggiare il Capodanno: il ministro è a conoscenza delle disposizioni date dalla Regione Toscana, a cominciare dalla quarantena volontaria, per finire alle analisi prenotate a mezzo cup, chiuso nel fine settimana?».

L’assessore Saccardi tranquillizza tutti Toni più concilianti quelli dell’assessore regionale alla Salute Stefania Saccardi: «Ci stiamo attrezzando» sul rientro di cinesi dalla madrepatria e «abbiamo fatto incontri, grazie anche al prefetto di Firenze, col loro console per fronteggiare l’emergenza. C’è una fortissima collaborazione da parte della comunità cinese» ha detto Saccardi a Controradio. «Abbiamo chiesto loro di non adottare il ‘fai da te’ – precisa Saccardi – ma di consentire alle nostre autorità sanitarie di monitorare la situazione di bambini e adulti che decidono di stare a casa. Siamo contatto telefonico costante con le famiglie, abbiamo mediatori ovunque così da non aver problemi di comunicazione, li monitoriamo e abbiamo spiegato esattamente cosa fare nel caso in cui insorgano sintomi che possano far sospettare la presenza del virus».