maggiomusicaleSoltanto domenica pomeriggio era arrivato l’ultimo appello del sindaco di Firenze Dario Nardella per evitare, come invece minacciato dalla scorsa settimana, che fra poche ore possa saltare la ‘prima’ dello spettacolo teatrale del Fidelio, che aprirà la stagione teatrale 2015-2016 del Maggio musicale fiorentino. «Ci sono tutte le condizioni per trovare un accordo – aveva detto il primo cittadino di Firenze pochissime ore fa -. Penso che il Mibact abbia ampiamente e pubblicamente rassicurato la Cgil sul fatto che nessuno rimarrà senza lavoro, e tutti i 52 addetti in esubero saranno riassunti da Ales e continueranno a lavorare nell’ambito culturale e sul territorio fiorentino. Non vedo ragioni così serie da giustificare uno sciopero che produrrebbe danni di immagine sostanziali alla cultura. E il danno d’immagine alla cultura penso debba sempre essere una extrema ratio e mai una misura da prendere a cuor leggero».

E invece la Cgil è di tutt’altro avviso «A meno di colpi di scena lo sciopero di questa sera è confermato – ha spiegato Cristina Pierattini, Slc Cgil, nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina presso la sede della Cgil Firenze – Sappiamo che la direzione era intenzionata a procedere comunque con l’allestimento della rappresentazione facendola svolgere se necessario in forma di concerto». Con la protesta che riguarda i tecnici e non gli orchestrali, di fronte al teatro dell’Opera si terrà anche un presidio-assemblea. Sulle modalità di svolgimento del Fidelio, il sindacalista Silvano Ghisolfi ha spiegato di aver «registrato l’adesione pressoché totale degli addetti al palco: difficilmente, credo, il Fidelio stasera potrà avvenire in una forma diversa da quella del concerto». Attraverso l’apertura della procedura di licenziamenti collettivi, si spiega in una nota diffusa dalla Slc Cgil, si è aperta la fase sindacale con tre incontri infruttuosi, e si è passati alla fase amministrativa non avendo trovato un accordo nei 45 giorni precedenti. La fase amministrativa ha aggiunto un ulteriore problema oltre a quelli irrisolti riguardo alla possibilità di riduzione del numero degli esuberi all’interno del processo di riorganizzazione attraverso percorsi di formazione e riqualificazione oltre che di mobilità interna; la modalità e i tempi di riassunzione, durata del contratto legato alle commesse e clausola di salvaguardia in caso di cessazione delle commesse (12 mesi) e possibili trasferimenti, mantenimento delle condizioni salariali, mantenimento dell’anzianità, applicazione del jobs act. Infatti vi è il possibile conflitto di interessi del tavolo in sede amministrativa. Nella nota diffusa attraverso i media si aggiunge che «il presidente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, nel nostro caso il sindaco Nardella, e che ha firmato l’apertura della procedura di licenziamenti, è anche il presidente della città Metropolitana che l’ente dove si svolge il tavolo amministrativo che dovrebbe garantire l’elemento di terzietà. La posizione della Slc Cgil, si spiega in una nota, è inoltre conosciuta già dai tempi in cui il decreto Art Bonus ha trasformato le modalità del passaggio dei dipendenti del Maggio Musicale Fiorentino alla Società Ales Spa che dal trasferimento passa alla messa in mobilità. Da cio’ deriva la nostra scelta di ritirare la firma dall’accordo del 7 gennaio 2014 le Segreterie nazionali attraverso un documento unitario indicavano l’opportunità del ritiro delle firme essendo cambiate le condizioni in seno alle quali l’accordo era stato stipulato poiché le tutele previste nel decreto Valore Cultura sarebbero venute meno. Il trasferimento prevede la cessazione di un rapporto di lavoro e l’inizio di un rapporto ex novo».

Garanzia per i lavoratori e un tavolo interministeriale «Noi chiediamo l’apertura di un tavolo di crisi interministeriale e il ripristino delle condizioni di garanzia per i lavoratori, la possibilità di impiegare le risorse di cui parlava il sindaco Nardella (350 milioni all’anno a favore del Mibact per l’operazione Ales) per favorire un accordo che – ha concluso  Pierattini – necessita ancora di tempo, se non altro per verificare le posizioni previdenziali di tutti i possibili pensionandi, e per mettere il più possibile al riparo la Fondazione da probabili ricorsi giudiziali».