ROMA – Si può sopravvivere anche senza mare. Anzi, le città che hanno una maggiore incidenza economica data dal turismo non hanno lidi balneari.

Se Roma primeggia, con 8,5 miliardi di valore aggiunto, Milano conquista il secondo posto con 3,6 miliardi. Terza Venezia con poco più di 3 miliardi. A stupire è il capoluogo lombardo, una destinazione non classica per i turisti, che però ha saputo riabilitarsi, offrendo sempre nuovi spunti per visitarla. Per trovare una località propriamente marittima serve scendere fino alla quinta posizione con Rimini (1,5 miiardi). A precederla Firenze, quarta con 2,5 miliardi. A chiudere la top ten è Bologna, a seguire Torino. Tre esempi che ribadiscono la necessità di saper destagionalizzare per avere successo.

Strategia che nel lungo periodo, tra il 2014 e 2022, ha visto il capoluogo emiliano aumentare le presenze del 46,1%: da 2,1 a 3,1 milioni di visitatori. Terza Verona, con il 43,9% di crescita. In prima posizione, irraggiungibile, Desenzano sul Garda (Brescia), con un +113%.

L’altro dato saliente dell’indagine “La ricchezza dei comuni turistici” (edizione 2023), realizzata da Sociometrica e anticipata dal Sole 24 ore, è il successo degli affitti brevi. A Milano questo tipo di residenze sono aumentate del 26,3%, a Napoli del 23,9% e a Firenze del 15,3%. In tutte queste città gli alberghi tradizionali non superano le mille unità, mentre nelle località marittime si fa più fatica a rinnovare questo business. Soprattutto al sud, le seconde case sono viste più come una forma di rendita che non uno strumento per fare imprenditoria.

“Dalla ricerca mi sembrano emergono alcuni elementi – commenta Sonia Pallai, responsabile turismo di Anci -. Chi è dotato di infrastrutture valide ha un vantaggio importante. Bologna e Milano ne sono la riprova”. A proposito del capoluogo lombardo, Pallai fa notare un altro aspetto: “Il ritorno economico che la capacità di offrire sempre attrattive, quindi superando il concetto di stagionalità, insieme alla capacità di una comunicazione efficace è la carta vincente. E’ chiaro che si tratta di una grande città, ma può essere presa come esempio anche per gli operatori turistici che lavorano nei centri più piccoli”.

Per quanto riguarda gli affitti brevi, Pallai, infine, mette in evidenza un aspetto: “Il confronto con gli alberghi è ormai impari. RInnovare un hotel ha dei costi enormi, che un proprietario di un appartamento non si troverà mai a sostenere. Per questo occorre rivedere le regole, se si vuole fare in modo che tutti siano sullo stesso livello”.