Prodotti ittici non tracciati o malconservati, impiego di attrezzature non consentite, inosservanza dei periodi di fermo biologico, violazione dei limiti di taglia: sono tra le principali infrazioni rilevate nell’ambito di un’intensa attività di controllo della pesca condotta su tutto il territorio nazionale dalla Guardia Costiera. Nel mese di ottobre e nella prima parte di novembre, infatti, il personale del Corpo è stato impegnato in una serie di operazioni condotte su base regionale, sotto il coordinamento dei Centri di Controllo Area Pesca della Guardia Costiera di Genova, Livorno, Civitavecchia, Olbia, Reggio Calabria, Catania, Palermo, Bari, Pescara, Ancona, Ravenna e Venezia. Sotto osservazione l’intera filiera ittica, dalla cattura alla commercializzazione del pescato nei grandi centri di distribuzione, dalla vendita al dettaglio fino alla ristorazione.
I numeri degli illeciti ittici I dati, aggregati a livello nazionale, indicano 397 illeciti contestati, con più di 10 tonnellate di prodotto sequestrato, e sanzioni per oltre 500mila euro. Le iniziative si sono focalizzate sulle varie criticità emergenti nelle rispettive realtà locali: dalla lotta ai predatori di vongole, nella zona di Goro, al giro di vite contro il commercio abusivo nelle borgate dell’hinterland palermitano, passando per le centinaia di esemplari di tonno rosso sottomisura sequestrati dagli uomini della Guardia Costiera di Cetraro e Vibo Valentia. Sono stati anche sequestrati 1500 ricci di mare a Porto Torres e una tonnellata e mezza di cozze prive di etichettatura e di documentazione sanitaria, tra Castel Volturno e Mondragone. Controlli sono stati fatti anche in alcune aziende di import-export nell’avellinese.