LUCCA – Sono oltre un milione i cittadini toscani che utilizzano acqua proveniente dalla falda della Piana di Lucca, la più grande riserva idrica della regione. Un giacimento di oltre 700 milioni di metri cubi, pari a dieci volte l’invaso di Bilancino, capace di rifornire gli acquedotti di ben quattro delle dieci province toscane: Lucca, Pisa, Livorno e Pistoia (Valdinievole). Una risorsa che non è infinita e che oggi è a rischio a causa della siccità.
«Oggi non siamo in condizioni normali: la siccità, con la drastica riduzione delle portate del Serchio e la mancanza da lungo tempo di piogge significative, sta intaccando questa grande riserva d’acqua. Il rischio di gravi conseguenze sulla tenuta della falda, di consistenti fenomeni di subsidenza e della necessità di razionamenti per i vari usi, è ormai reale e preoccupante».
A lanciare l’allarme è Ismaele Ridolfi, presidente del Consorzio 1 Toscana Nord, che ha inviato oggi una lettera aperta, indirizzata agli amministratori locali e regionali ed ai parlamentari, per mettere a disposizione delle amministrazioni e della collettività tutti i progetti predisposti dall’ente di bonifica per realizzare interventi straordinari sul sistema delle Canalette della pianura lucchese.
«I cambiamenti climatici in corso, con periodi di siccità sempre più lunghi, impongono a tutti gli amministratori – scrive Ridolfi – di monitorare costantemente la quantità e la qualità della riserva idrica sotterranea più importante della Toscana, di proteggerla e di programmarne l’uso. È necessario un grande investimento per interventi di manutenzione straordinaria sul sistema del Condotto Pubblico e delle Canalette irrigue della Piana di Lucca perché è grazie ad esso che viene ricaricata, per infiltrazione, una parte importante della falda».
Una risorsa essenziale per la cittadinanza ma anche per il settore cartario, uno dei distretti industriali più importanti d’Italia, e per quello agricolo. «Il Consorzio – si legge ancora nella lettera – ha predisposto progetti per oltre 7 milioni di euro per effettuare interventi straordinari sul sistema delle Canalette. Si tratta di piani, presentati su tutte le linee di finanziamento possibili, che mettiamo a disposizione degli amministratori e della collettività e che il Consorzio è pronto a realizzare rapidamente, una volta reperite le risorse».
Nella lettera Ridolfi propone anche di dare attuazione alle conclusioni a cui era arrivato lo studio condotto da Raffaello Nardi, Gerardo Nolledi e Francesco Rossi ovverosia di «arrivare quanto prima ad una gestione programmata della falda idrica, da attuare in ipotesi mediante un organismo di controllo che preveda la partecipazione sia pubblica che privata, che possa attivare l’approfondimento delle conoscenze e l’adozione di sistemi di monitoraggio sulla qualità dell’acqua di falda e di controlli costanti sulle portate emunte». «Una proposta – sottolinea il presidente del Consorzio – ripresa più volte anche dai cittadini di Paganico, giustamente preoccupati dai fenomeni di subsidenza che colpiscono, in particolare, quel territorio».