I Sindaci di Montepulciano, Andrea Rossi, e di Torrita di Siena, Giacomo Grazi, hanno sottoscritto oggi l’istanza congiunta con cui chiedono alla Giunta della Regione Toscana di avviare il procedimento che consentirà al Consiglio Regionale di pronunciarsi sulla proposta di legge avente ad oggetto proprio questa fusione. Nel comunicato stampa ipotizzano per il prossimo autunno il referendum consultivo tra la popolazione e il nuovo Comune dal 1 gennaio 2019.
«A nome dei rispettivi Consiglio Comunali – si legge nella nota -, che hanno approvato – a maggioranza – la richiesta di avvio della procedura, i Sindaci indicano alla Giunta Regionale tre punti fondamentali del progetto. Si tratta anzitutto della condizione posta sul risultato del Referendum consultivo previsto dalla legge toscana e che potrà essere considerato favorevole alla fusione soltanto se, in entrambi i Comuni, si sarà espresso per il SI il 50% più uno dei votanti».
Il nome del nuovo Comune «I due Enti indicano inoltre il nome del nuovo Comune che, qualora il procedimento abbia esito positivo, sarà “Montepulciano Torrita di Siena”, e fissano nel 1 gennaio 2019 la sua costituzione. I Sindaci rappresentano infine alla Giunta la volontà di tenere il referendum nel prossimo autunno».
«Il momento più importante è stato il voto dei due Consigli Comunali, quando hanno approvato l’avvio del procedimento – afferma Andrea Rossi, sindaco di Montepulciano -. Oggi noi ci siamo limitati a sottoscrivere la richiesta, inviando gli atti alla Regione Toscana. Semmai il passaggio è molto significativo perché offre alla comunità una grande opportunità, quella di scegliere, attraverso uno strumento democratico come il referendum, il proprio futuro essendone protagonisti. Nei prossimi mesi torneremo in mezzo alla gente in tante occasioni: in oltre venti anni di esperienza come Amministratore mi sono sempre impegnato in progetti a favore della collettività, considero questo al pari dei precedenti, cercherò di far comprendere le opportunità che si aprono per i due Comuni».
«In caso di esito positivo, per Montepulciano e Torrita di Siena – sostiene Angela Barbi, assessore di Montepulciano con delega al “Progetto Fusione” – si prospetta una sorta di nuovo Rinascimento che potrebbe consentire di consolidare lo sviluppo maturato finora e di creare nuova crescita. Il Comune unito avrà maggiore capacità decisionale nell’area, potrà garantire i servizi ai cittadini ed affrontare le eventuali criticità con una progettualità ben più solida. In questi ultimi due anni di discussione sulla fusione non abbiamo mai forzato la mano, realizzando una comunicazione istituzionale volta a dare informazioni, non ad influenzare i cittadini».
«Si conclude il procedimento amministrativo, si apre quello popolare che ci porterà al referendum, presumibilmente a metà ottobre – commenta Giacomo Grazi, sindaco di Torrita di Siena -. E’ chiaro quello che le due Amministrazioni chiedono alla Giunta Regionale, è altrettanto chiaro quanto ci hanno chiesto alcuni soggetti politici del territorio, Pd e Psi per primi, le coalizioni che ci sostengono e altre formazioni civiche e, a Montepulciano, anche forze di minoranza che fin dall’inizio hanno creduto nel progetto, comprendendone i vantaggi. La fusione – se andrà in porto – lancerà un nuovo Comune unico che potrà rispondere a tutte le esigenze dei cittadini e che diventerà interlocutore di nuovi investitori. E potremo anche dare risposte agli imprenditori dell’industria e dei settori dell’artigianato, turismo, eno-gastronomia e prodotti di qualità». «Un Sindaco – osserva Grazi – deve essere pronto a risolvere i piccoli problemi di tutti i giorni ma deve avere per il proprio territorio anche una visione di più ampio respiro, la fusione ci consente proprio di guardare verso questo orizzonte. Noi abbiamo compreso la bontà del progetto saremo presenti a tutte le future iniziative pubbliche per incontrare il maggior numero possibile di cittadini: per ora il SI ha avuto qualcosa da dire, il NO ha detto solo “no”, spinto da un campanilismo apparentemente chiuso su se stesso. In ogni caso sarà il referendum a dettare l’esito definitivo: e se non saranno nozze, sarà stato un bel fidanzamento che avrà consentito di conoscerci meglio e di rispettarci come territori».