Ecco. Adesso è l’ora di avere una fifa blu (anzi, una fifa “celeste”) dell’Uruguay.
Ma non dell’Uruguay del Matador Cavani e del Pistolero Suarez, che ad aver paura di quelli son buoni tutti.
Piuttosto, la fifa che ti attanaglia quando a metterti nell’angolo ci ha pensato una robetta tipo il Costarica, ed allora hai paura anche di quelli che fanno “bum” con la bocca. Quando le tue certezze sono state minate non da una prodezza di Messi o da una giocata di Cristiano Ronaldo: bensì dalla semplice buona volontà di giocatori che faresti fatica a trovargli posto nell’Atalanta.
Adesso, me la sento scivolare giù per la schiena. Chiudo gli occhi e mi vengono gli incubi: “dove vuoi che vadano? Che in porta hanno Muslera…” . E Muslera, garantito, parerà tutto.
“Capirai… Hanno Caceres, che nella Juve lo fanno giocare solo in caso di epidemia…”
E Caceres gioca una partita che nemmeno Beckenbauer…
“Stai a vedere che ora dobbiamo aver paura di uno come Arevalo Rios, che a Palermo faceva la riserva di Migliaccio…”.
E già mi vedo la Gazzetta del giorno dopo, con un bell’otto ad Arevalo Rios. E magari un paio di aggettivi tipo “superlativo” , o “incontenibile”.
Ritornano in mente quelle serate da Coppa Uefa negli anni 70-80. Quelle partite che davano in differita con il commento di Ennio Vitanza; e c’era sempre una squadra norvegese che annoverava in formazione un elettricista o un falegname. Erano anni beati e un po’ naif, dove il professionismo esasperato esisteva solo in una piccola parte dell’emisfero, ed il resto del mondo (Danimarca, per e esempio, ma anche Svezia, tutto l’Est Europa) giocava a calcio solo dopo le cinque della sera, una volta smessi i panni del lavoro quotidiano.
Ci divertivamo un sacco ad immaginarli goffi e inadeguati: magari sovrappeso, come alcuni ammogliati nella classica sfida agli scapoli del primo maggio. Poi capitava spesso che il meccanico in questione, o il pasticcere, lungi dall’essere quel pellegrino che pensavamo. E davanti alla televisione ti faceva ricredere… Anzi, ti faceva proprio vedere i sorci verdi… Ricordo campioni acclamati come Collovati, o Sergio Brio, esporsi a magrissime figure… E la faccia esterrefatta di Mozzini del Torino, preso letteralmente a pallonate da un centravanti che faceva l’orologiaio.
Non mi fido di questa gente qui. Come facevamo bene a non fidarci della Corea nel 66: “una squadra di ridolini”, si disse…. E invece ci sbatterono fuori, con lo storico gol di tale Pak Doo Ik:_ non a caso, uno che sembrava giocasse a pallone per caso e che nella vita faceva il dentista (ma c’è chi dice sottufficiale dell’esercito).
La fifa blu che ho per l’Uruguay passa anche, e soprattutto, per questi ricordi di gioventù.
Sarà bene dare un’occhiata a Cavani e Suarez. Ma ho il presentimento che i guai arriveranno anche da qualche altra parte.
Speriamo di sbagliarsi.