Nove anni dopo l’Isola del Giglio non dimentica. E nonostante le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, la comunità gigliese ha voluto ricordare le 32 vittime del naufragio della Costa Concordia avvenuto la notte del 13 gennaio 2012 nelle acque davanti a Giglio Porto. “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio” – ha detto Don Lorenzo Pasquotti dall’altare della chiesa durante l’omelia – celebrando la messa in suffragio delle vittime. “Sediamoci sotto questo grande abbraccio di Dio che vuole che tutto sia prezioso. Noi siamo i suoi collaboratori” ha ricordato il parroco.
In chiesa le autorità locali mentre messaggi ai gigliesi sono arrivati dal Capo della Polizia Franco Gabrielli, al tempo del naufragio capo della Protezione Civile e dalle autorità regionali.
“Sentimenti di solidarietà alla popolazione del Giglio e di vicinanza alle famiglie delle vittime. In quella circostanza la popolazione mostrò senso di civismo che consentì di mettere in salvo centinaia di persone” ha detto in un messaggio letto dal sindaco Sergio Ortelli, il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli.
“Ci rimane una ferita inguaribile, il dolore delle persone perse nel naufragio. Se guardiamo agli aspetti tecnici, invece, ci rimane un grande risultato raggiunto come Paese che ha risolto uno dei casi più difficili nella storia della marineria” ha detto il primo cittadino Sergio Ortelli.
“Ricordare un evento vicino o lontano nel tempo è doveroso e alto atto di umanità che serve a dare un segnale di vicinanza alle persone drammaticamente coinvolte ma anche una riflessione che aiuti ad evitare il ripetersi di episodi simili” ha concluso.
Le cerimonie in ricordo delle 32 vittime sono proseguite con la deposizione di una corona di fiori in mare e si chiuderanno questa sera con la tufata delle sirene delle imbarcazioni in porto alle 21.42 orario del naufragio e con una preghiera davanti alla lapide che ricorda i nomi delle vittime e posizionata lungo il molo rosso.