ISOLA DEL GIGLIO – «Questa sarà l’ultima celebrazione pubblica perché non vogliamo dimenticare ma vogliamo rispettare le 32 vittime».
A dirlo il sindaco di Isola del Giglio (Grosseto) Sergio Ortelli parlando con i giornalisti nel giorno del decennale del naufragio della Costa Concordia.
«Il consiglio comunale ha deciso di celebrare questo giorno per sempre chiamandolo ‘Giornata della memoria’ – ha spiegato -, perché è doveroso nei confronti dei parenti delle vittime del naufragio. Sulla nave c’erano persone di 54 nazionalità ed è giusto che vengano ricordate per sempre».
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Gabrielli: «Giglio e gigliesi il mio approdo sicuro»
Il disastro della Costa Concordia a 10 anni dalla tragedia «ci insegna che si possono fare degli errori tragici e anche sistemici, perché ritengo che c’è un responsabile penale ma ci sono anche altri responsabili di questa tragedia. E ci insegna che è possibile riscattarsi, porre rimedio agli errori, e anche che laddove si realizzano corrette sinergie si possono conseguire cose straordinarie». Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Gabrielli, ai tempi del disastro della Costa Concordia a capo della Protezione civile e poi commissario per l’emergenza, parlando oggi all’Isola del Giglio. «Le sinergie che si sono realizzate in quel momento – ha aggiunto – sono principalmente quella tra un privato che preso atto del disastro non ha perso tempo e non ha lesinato denari per riscattarsi, e un pubblico che ha saputo creare le cornici affinché il privato potesse lavorare al meglio senza lacci e lacciuoli». Parlando poi degli isolani, Gabrielli ha detto: «i gigliesi sono stati i più affidabili compagni in questo viaggio tragico e incredibile. Il ricordo più indelebile è riferito alle tante persone che non ci sono più e il mio pensiero va a Israel Moreno Franco, l’operaio spagnolo che morì durante le attività di rimozione della nave in un tragico incidente sul lavoro. Ricordo anche gli strazianti incontri con i familiari delle vittime ma il mio approdo più sicuro era l’Isola del Giglio. Nei 30 mesi di questa tragica vicenda, molto difficile per me perché dovemmo affrontare anche altre emergenze come alluvioni e terremoti – ha aggiunto – ma quando arrivavo al Giglio ricaricavo le pile ed era diventato tra noi un mutuo scambio di energie. Al Giglio ho festeggiato un compleanno – ha detto ancora -, ci sono poi tornato perché mi hanno dato la cittadinanza onoraria. Il tema delle vittime è importante e fondamentale che io continuo a sostenere, ma non per un esercizio istituzionale o di carineria ma perché credo che non si possa mai dare il giusto risalto alle cose dei vivi se non si onorano i morti».
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