Otto indagati tra cui il comandante Francesco Schettino che stanno ricevendo gli avvisi di conclusione delle indagini con richiesta di rinvio a giudizio a gennaio e tre per cui si profila l’archiviazione. Ma non manca il colpo di scena: un dodicesimo indagato, persona che era a bordo della nave, in plancia di comando, durante la manovra  con cui Schettino portò nave contro gli scogli dell'Isola del Giglio. E’ lo scenario della fine dell’inchiesta del naufragio della Costa Concordia che all’inizio prevedeva nove indagati (Schettino, Ciro Ambrosio, Salvatore Ursino, Silvia Coronica, Roberto Bosio, Andrea Bongiovanni, Roberto Ferrarini, Manfred Ursprunger e Paolo Parodi), saliti poi in estate a dieci con il timoniere indonesiano Jacob Rusli, individuato grazie all'ascolto della scatola nera da cui si evince che più volte non capì gli ordini di Schettino manovrando in modo sbagliato e contribuendo allo scontro contro le rocce. Quindi, un mese fa, sempre secondo quanto si apprende da fonti inquirenti, gli indagati sono diventati 11 in base ai risultati dell'incidente probatorio, con l'iscrizione del cartografo Simone Canessa colui che tracciò la rotta verso gli scogli. E oggi si parla anche di un possibile dodicesimo accusato: diverse le posizioni che sarebbero state al vaglio degli inquirenti tra coloro che al momento dell'impatto erano in plancia, fra cui anche il commissario di bordo-eroe Manrico Giampedroni, salvato poi dal relitto dopo il naufragio.

Le archiviazioni Riguardo alle posizioni che potrebbero essere archiviate ci sarebbe quella del secondo ufficiale di coperta Salvatore Ursino, per cui il suo legale Antonio Langher ha fatto formale domanda alla procura presentando una memoria nelle settimane scorse. E potrebbe anche uscire dal procedimento il comandante in seconda, Roberto Bosio, assente dalla plancia al momento dell’impatto con gli scogli. Uno dei tre verso l'archiviazione potrebbe essere tra gli indagati del personale di terra di Costa Crociere spa. Invece un altro ufficiale di bordo, Andrea Bongiovanni, accusato di non aver fatto rapporto alla capitaneria di Livorno per informare dell'incidente e del naufragio della nave, se la potrebbe cavare con un'oblazione: il suo avvocato Giuseppe Acquarone ha fatto la richiesta e ora la procura deve dare un parere al gip che deciderà.

Nuovi interrogatori? La procura di Grosseto nella tarda mattinata di ieri ha disposto la notifica dell'avviso di chiusura delle indagini e depositato tutti gli atti in cancelleria. Ora ci sono 20 giorni per le memorie delle difese o perché chi vuole, fra gli otto “avvisati”, possa chiedere di essere interrogato di nuovo. «E' stato un lavoro difficile e complesso che ha impegnato massicciamente tutta la procura e che si e' concluso con rapidità in meno di un anno – ha detto il procuratore capo Francesco Verusio – L'inchiesta – ha sottolineato – si è svolta con rapidità considerando la particolarità tecnica del fatto, il numero enorme di parti offese, le diverse nazionalità rappresentate. Credo che abbiamo fatto un buon lavoro e che la verifica dibattimentale darà ragione alla nostra impostazione».