«Senza il nuovo aeroporto di Firenze nel giro di pochi anni rischiamo di perdere qualcosa come 2-3.000 posti di lavoro nell’area compresa tra Sesto Fiorentino e la cintura metropolitana». Tuona così il sindaco di Firenze Dario Nardella al termine del Consiglio delle grandi aziende convocato in Città metropolitana per presentare la bozza del piano strategico redatta dall’ex Provincia (chiamato ‘Rinascimento metropolitano’), che guarda al 2030 e che il primo cittadino vorrebbe far approvare «entro aprile». Un lavoro apprezzato dalle multinazionali, che tuttavia si è incagliato su una domanda sollevata dai pesi massimi del comparto industriale: «Ma l’aeroporto?». Cosi’ Leonardo-Finmeccanica, Menarini, il gruppo Thales, Ferragamo, Eli Lilly, Ge Oil & Gas, per citare solo alcuni dei colossi presenti al tavolo di palazzo Medici Riccardi.
«L’aeroporto è un’opera fondamentale» Per questo Nardella, terminati i lavori, ha fatto quadrato sul potenziamento di Peretola: «Non stiamo parlando di un’infrastruttura marginale, ma decisiva per gli investimenti, il business di queste grandi aziende, che fa differenza nella competitivita’ tra territori». Non è un caso, ha spiegato, che «la preoccupazione principale esposta da tutti i rappresentanti di queste grandi aziende è quella delle infrastrutture e la prima, la più sentita, è quella dell’aeroporto». All’interno di una cornice economica e istituzionale, a cui hanno preso parte anche la Camera di Commercio e Confindustria Firenze, «tutte le aziende si sono espresse con decisione a favore del nuovo scalo, chiedendo una rapida risoluzione dei problemi che ne stanno rallentando la realizzazione», confessa il primo cittadino. «Abbiamo raccolto questo invito, questa sollecitazione, e la facciamo nostra. Ci auguriamo quindi che con il ministero dell’Ambiente e il governo si sciolgano gli ultimi nodi tecnici, perche’- conclude- l’aeroporto e’ un’opera fondamentale».