Giuseppe Mussari si è dimesso dalla presidenza dell'Abi. Dopo una intensa giornata di consultazioni, ha rimesso il mandato ("con effetto immediato e in maniera irrevocabile") con una lettera indirizzata a Camillo Venesio, vicepresidente vicario dell'Abi "deciso a non recare alcun nocumento anche indiretto all'associazione" (leggi). "In questi tre anni – scrive – ho cercato di servire l'Associazione mettendo a disposizione tutte le energie fisiche e intellettuali di cui disponevo".
La pressione degli ultimi giorni Nella lettera Mussari non fa riferimenti diretti alle vicende di operazioni finanziarie fatte durante la sua gestione di presidente della Banca Mps, ma la giornata di oggi era stata contrassegnata dal duro colpo inferto sulle pagine de Il Fatto che titolava in prima pagina "Mps, i conti truccati e il contratto nascosto", svelando il dossier "Alexandria" (leggi), il doppio accordo con la banca d'affari giapponese Nomura siglato nel 2009 probabilmente per la ristrutturazione del debito Mps. Il titolo Mps era precipitato in Borsa fino ad essere sospeso per eccesso di ribasso. L'attacco era stato poi rincarato dalle parole di Gad Lerner sul suo blog ("Cosa aspetta l'Abi a rimuovere il presidente?), mentre ieri un altro attacco dalle colonne de La Repubblica era stato lanciato dal vicedirettore Massimo Giannini il quale aveva raccontato un'altra operazione, quella denominata "Santorini" (leggi).
Abbandonato da Ceccuzzi Nel tardo pomeriggio erano poi giunte anche le prese di distanza dai suoi "compagni" senesi di partito. Il candidato a sindaco ed ex sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi così si esprimeva: ''Le notizie di stampa sulle ipotesi di gravi irregolarità contabili attribuite alla precedente gestione di Banca Mps sono una conferma di quanto fosse necessario ed urgente operare un ricambio ai vertici del gruppo''. "Una conferma – dice Ceccuzzi – 'molto più dolorosa di quanto ci potessimo aspettare''.
Abbandonato da Bezzini Poche manciate di minuti e, con toni e argomenti simili, interveniva anche il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini (che nomina 5 componenti della deputazione generale di Fondazione Mps). "Auspico – si legge in una nota – che sia fatta al più presto la massima chiarezza e siano valutate tutte le possibili azioni da intraprendere a tutela della Banca, compresa un'eventuale azione di responsabilita''. Azione di responsabilità "nei confronti delle precedenti gestioni" che aveva auspicato anche Ceccuzzi. E che, ad onor del vero sono già al vaglio degli uffici legali di Rocca Salimbeni e dello stesso Cda del Monte, come rivelato ormai da molte settimane da agenziaimpress.it. Risalirebbe, infatti, ad ottobre un documento approvato dal Cda che autorizzerebbe i vertici della banca ad una azione di responsabilità verso gli amministratori precedenti qualora se ne ravvisassero le condizioni (leggi). Ugualmente starebbe studiando la Fondazione. E non si capisce perchè Ceccuzzi e Bezzini invochino l'azione di responsabilità solamente adesso.
A quel punto per Mussari la linea del Piave era stata sfondata. Non restava che lasciare. Dopo undici anni di dominio (leggi), sulla Fondazione prima e sulla Banca Mps poi, finisce così a Siena l'era Mussari, l'avvocato che divenne banchiere.