FIRENZE – “Subito una decisione per il futuro del Museo Ginori”. E’ l’appello che Tomaso Montanari, presidente uscente del cda della Fondazione fiorentina, rivolge oggi al ministro della Cultura Alessandro Giuli.
Lo fa con una lettera aperta, nella quale si sottolinea che l’organo di governo della Fondazione nata per gestire il prestigioso patrimonio Richard Ginori della Manifattura di Doccia è scaduto già dallo scorso 20 ottobre.
“Ai primi di dicembre – si legge nella lettera – era pronto il decreto ministeriale che nominava un nuovo consiglio: il sottoscritto come presidente, e gli altri membri come consiglieri, avevamo già dato il nostro assenso alla nuova nomina, inviando la necessaria documentazione personale”.
Ma a quel punto, sostiene il presidente, l’iter di firma del decreto “si è improvvisamente e inspiegabilmente bloccato, e nessuno, dal ministero – sottolinea Montanari – ha più risposto alle ripetute richieste di adempimento pervenute dagli altri soci della Fondazione: la Regione Toscana e il Comune di Sesto Fiorentino”.
Da qui la decisione di ridurre l’attività della Fondazione ai soli “atti strettamente necessari per la sua sopravvivenza, sospendendo ogni altra attività”. Uno stop doloroso, che rischia ora di avere pesanti anche per il pubblico: “Chiude il parco, si interrompono prestiti a mostre, collaborazioni esterne e iniziative didattiche.- scrive il presidente – E si sospendono le decisioni relative alla progettazione dell’allestimento del nuovo museo, proprio mentre, finalmente, il cantiere è aperto”.
Negli scorsi quattro anni, ricorda Montanari, nominato nel 2020 dall’allora ministro della Cultura Dario Franceschini, “il Consiglio di amministrazione e l’Assemblea dei soci hanno profuso ogni impegno per riportare in vita le collezioni Ginori, e per accelerare la nascita del nuovo museo. Oggi questo cammino sostanzialmente si interrompe: ne siamo costernati, e non comprendiamo la ragione dell’inerzia che provoca questa brusca fermata”.
Quindi l’appello: “Certo del suo personale impegno a favore del patrimonio storico e artistico della nazione – conclude Montanari – e su esplicito mandato dell’Assemblea dei soci, sono dunque a chiederle, anche pubblicamente, di prendere sollecitamente una decisione per il futuro del Museo Ginori, quale che essa sia”.