Un raro esempio di ‘museo diffuso’ in cui l’arte si snoda e si valorizza attraverso i propri territori di origine. A lanciare l’idea i Comuni di Montepulciano, San Quirico d’Orcia e Pienza che con la mostra Il buon secolo della pittura senese, dalla maniera moderna al lume caravaggesco – in programma dal 18 marzo al 30 giugno – propongono la sfida di un nuovo turismo culturale. Un progetto in cui si concentra tutta la volontà condivisa di valorizzare non solo un momento dell’arte senese attraverso l’esposizione, ma anche le collezioni permanenti dei musei e i monumenti che costellano la Val d’Orcia e lo straordinario territorio che le fa da cornice collegando ad ogni sezione un itinerario.
La mostra Ottanta opere d’arte provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, chiese e istituti religiosi metteranno in luce l’arte senese tra gli inizi del ‘500 e la metà del ‘600 a partire dai loro territori di origine.
La mostra, prendendo spunto da un capolavoro attribuito al Beccafumi che si trova a Montepulciano si snoda in un percorso reale di ‘museo diffuso’ tra San Quirico d’Orcia e Pienza. Ciascuna cittadina d’arte ospita una sezione espositiva dedicata a un importante artista senese e al suo ambiente.
La prima sezione, ‘Domenico Beccafumi, l’artista giovane’, prende le mosse dalla Sant’Agnese Segni e sarà collocata nel Museo civico e nella Pinacoteca Crociani di Montepulciano; la seconda sezione ‘Dal Sodoma al Riccio‘ trae ispirazione dalla monumentale Madonna col bambino e i santi Leonardo e Sebastiano di Bartolomeo Neroni detto Il Riccio sarà collocata nel Palazzo Chigi Zondadari di San Quirico d’Orcia, il cui secondo piano è stato adibito a sala espositiva permanente grazie all’intuizione dell’architetto Belardi; infine la terza sezione ‘Francesco Rustici detto Il Rustichino’ prende spunto dalla pala raffigurante la Madonna col bambino presente nel Conservatorio San Carlo Borromeo di Pienza.
Le sezioni Domenico Beccafumi, l’artista da giovane Montepulciano – La mostra prende le mosse dalla tela con Santa Agnese Segni, conservata presso il Museo Civico di Montepulciano. Essa è infatti collegabile ad un documento che attesta la presenza nella città del Poliziano nel 1507 del giovane pittore Domenico di Jacomo di Pace, al seguito del podestà Lorenzo Beccafumi, di cui più tardi lo stesso artista avrebbe adottato il cognome. Il percorso illustra le testimonianze che hanno reso possibile il felice riconoscimento del dipinto come opera del giovane Beccafumi e offre uno spaccato di grande interesse sulla storia politica della Montepulciano rinascimentale e sulla fase giovanile, finora assai incerta, del grande pittore senese e dei suoi rapporti con altri artisti, come Girolamo Genga, Fra’ Bartolomeo, Andrea del Brescianino, Girolamo del Pacchia e Lorenzo di Mariano detto il Marrina.
Dal Sodoma al Riccio: la pittura senese negli ultimi decenni della Repubblica San Quirico d’Orcia – La monumentale Madonna col Bambino e i santi Leonardo e Sebastiano di Bartolomeo Neroni detto il Riccio, conservata nell’oratorio della Misericordia di San Quirico d’Orcia e databile verso la metà del Cinquecento, offre l’occasione per allestire una mostra che – mettendo insieme pale d’altare, testate di bara, dipinti per devozione privata e di soggetto mitologico – focalizza l’attenzione sulla scena artistica senese nel periodo che dal Sacco di Roma (1527) condusse alla fine della Repubblica (1559). L’esposizione riserva una particolare attenzione al Riccio e alla tarda attività del Sodoma, senza dimenticare altri maestri di primo piano di quel tempo: dal peruzziano Giorgio di Giovanni al presunto Giomo del Sodoma, da Domenico Beccafumi a Marco Pino.
Francesco Rustici detto il Rustichino, caravaggesco gentile, Pienza – La presenza, nella chiesa di San Carlo Borromeo a Pienza, di una pala di Francesco Rustici detto il Rustichino raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Carlo Borromeo, Francesco, Chiara, Caterina e Giovanni Battista, permette di costruire attorno a quest’opera un’interessante esposizione riguardante principalmente l’attività di questo abile pittore, poco noto al grande pubblico, da considerarsi uno dei maggiori esponenti del naturalismo caravaggesco a Siena. La mostra ne presenta numerosi capolavori, riuniti insieme per la prima volta, e illustra l’ambiente familiare in cui avvenne la prima formazione del pittore, con dipinti di Alessandro Casolani e Vincenzo Rustici, proponendo anche opere di quelle personalità artistiche che tanta importanza ebbero nella sua evoluzione stilistica, quali, Orazio Gentileschi e Antiveduto Gramatica. A seguire, una rassegna di dipinti eseguiti da pittori senesi suoi contemporanei come Rutilio e Domenico Manetti, Bernardino Mei, Astolfo Petrazzi e Niccolò Tornioli che, in misura diversa tra loro, subirono l’influsso della pittura naturalista.
Tutte e tre le sezioni, ed è una caratteristica importante del progetto ideato dalla Fondazione Musei Senesi, si aprono al territorio. Invitano cioè il visitatore alla scoperta di altre opere custodite in pievi, monasteri, conventi, musei, palazzi, piccoli borghi del meraviglioso territorio della Val d’Orcia fino, idealmente, alla città di Siena. Un’occasione imperdibile per chi voglia scoprire i tesori conservati nei luoghi più segreti e suggestivi di questa magnifica terra.