FIRENZE – La matassa della Multiutility non è stata sbrogliata. Nell’incontro all’auditorium Ridolfi, dove era presente il 96% del capitale sociale, non c’è stato nessun passo avanti su quotazione in Borsa o strategie future.
Manca soprattutto un piano industriale e i sindaci, che rappresentano il 76% dell’azionariato, lo considerano una priorità rispetto a tutto il resto. Oggi la società multiservizi vede come principali attori i Comuni di Firenze (36,8%), Prato (18,5), Pistoia (5,4%) e Empoli (3,4%), ovvero il 65% della reggenza. Con i sindaci Sara Funaro e Ilaria Bugetti, che hanno rinsaldato l’asso per tenere in mano il pallino del gioco, muovendosi semmai nell’individuare altri amministratori interessati a condividere il progetto.
Poi c’è la questione acqua. Gli assessori regionali Monia Monni e Alessandra Nardini si sono spese per ribadire la necessità di scorporarla dalla società, affidandola a un soggetto pubblico. Nessuno decisione è stata presa in merito. I vertici della multiutility, che fa capo ad Alia, non si sono espressi pubblicamente, ma l’indirizzo non sarebbe molto gradito. Come del resto la piega che sta prendendo la vicenda, dove tra istituzioni e partiti, la strada verso la capitalizzazione a Piazza Affari (uno degli interessi maggiori), è in salita.