FIRENZE – “Creare un’unica grande azienda, con un solo consiglio di amministrazione (e la chiusura dei consigli delle aziende partecipanti), può rappresentare una opportunità di crescita sia qualitativa che quantitativa dei nostri servizi, rendendoli più efficaci, permettendo una diminuzione dei costi per le nostre comunità e garantendo una piena autonomia del nostro territorio.”
Così il segretario regionale della Cisl Toscana Ciro Recce, interviene sul dibattito sulla creazione di una multiutility che riunisca le aziende dei servizi di acqua, energia e rifiuti.
Da Publiacqua ok al piano strategico. Via libera alla multiutility toscana
“Il soggetto che nascerebbe deve però rimanere saldamente in mano pubblica, sia per quanto riguarda il capitale, sia nella gestione, senza il coinvolgimento dei privati se non solo in maniera marginale; il servizio pubblico deve essere efficiente ed efficace e restare autonomo anche finanziariamente, per evitare il rischio che le quote in mano ai privati possano giocare qualche scherzetto, come abbiamo visto anche recentemente. Emblematico è il caso di Toscana Energia, dove la perdita della maggioranza da parte dei soggetti pubblici ha già portato ad una perdita di posti di lavoro in Toscana, perché le decisioni si sono spostate altrove.”
Estra inizia l’analisi sul progetto della multiutility toscana
“E poi i cittadini devono poter ‘toccare’ questo cambiamento: i servizi devono avvicinarsi a loro, essere raggiungibili, non un numero con un disco o una mail a cui nessuno risponde mai.” “Sia la Regione ad assumere l’iniziativa, attraverso delle sessioni di studio, coinvolgendo esperti e amministratori, per definire un progetto dove i soggetti pubblici, i cittadini e i lavoratori siano protagonisti. Non possono essere le aziende o i singoli amministratori delegati, che ovviamente non hanno come fine il bene comune, ad indicare la via.”
“Quella della multiutility può essere anche l’occasione per coinvolgere in maniera diretta i lavoratori (circa 5.000 nel settore), costruendo nuove relazioni industriali partecipative, con regole chiare e certe, in cui i lavoratori, attraverso i loro rappresentanti, possano sedere nei consigli di amministrazione e diventare parte integrante della azienda, dando vita ad un nuovo modo di fare impresa e di rendere dei servizi essenziali al cittadino.”
“Sono stati positivi gli incontri che su questo argomento abbiamo avuto a fine luglio, assieme agli altri sindacati confederali, con il presidente dell’Anci Toscana; ora è necessario riprendere il dialogo, facendo in primo luogo il punto sullo stato di salute delle aziende e sui loro bilanci e verificando i comuni che intendono partecipare, perché crediamo che progetti di tale natura debbano coinvolgere tutte le comunità interessate.”