Si è deciso di non decidere. Per il momento. Il consiglio d’amministrazione della Centrale del latte, riunitosi lunedì scorso per esaminare le offerte che erano state presentate entro venerdì 20 febbraio in seguito alla decisione assunta dall’Assemblea dei soci che aveva dato mandato di «individuare una o più ipotesi di rafforzamento aziendale e di evoluzione possibile del capitale sociale, in linea alle diverse specifiche esigenze e volontà dei singoli soci in modo che fosse garantito un percorso che dovrà garantire la crescita ed il consolidamento dell’Azienda, inoltre tutelando il sito produttivo, gli attuali livelli occupazionali e la filiera agroalimentare toscana», ha semplicemente reso noto l’elenco di possibili partner che la Mukki potrebbe avere per lo sviluppo dell’azienda. Ecco dunque i soggetti che hanno avanzato la loro proposta: c’è la disponibilità segnalata da 98 dipendenti della Centrale, e quella di tre Cooperative di Allevatori toscani; poi la SICI SGR; il Gruppo Alival; Centrale del Latte di Torino; gli Assegnatari Associati Arborea; la Cooperativa Santangiolina Latte Fattorie Lombarde; e il Gruppo Parmalat.
Verso un piano industriale per Mukki? Anche se in questa fase ai soggetti interessati non era richiesto di presentare un piano strategico completo ed organico, quanto una idea-progetto capace di rappresentare un percorso comune di crescita e di consolidamento, in grado di contemperare le esigenze dei soci in termini di evoluzione del capitale sociale, garantendo inoltre la tenuta e lo sviluppo del tessuto economico e sociale di riferimento; alcuni degli scriventi hanno inteso segnalare la propria disponibilità in sintonia con quanto auspicato dagli organi sociali, tratteggiando anche i punti salienti della propria idea/progetto. Il Consiglio di Amministrazione in un comunicato emesso nelle ultime ore fa sapere che «si appresta ora a proseguire nel mandato assegnato dai Soci; pertanto, nelle prossime settimane, si procederà all’approfondimento delle diverse idee progetto che meglio uniscono e rappresentano le indicazioni espresse dalla delibera sociale; eventualmente e se necessario, in una seconda fase, saranno approfondite anche le altre segnalazioni. L’istruttoria svolta sarà dunque sottoposta agli azionisti per un primo esame e per la definizione dei successivi passaggi».
Poche certezze per Mukki Dunque le certezze al momento sono che ci sono otto possibili soggetti che vorrebbero poter fungere da partner della Centrale del Latte di Firenze per aiutare a mantenere in vita un’azienda in grave difficoltà economia, e per perseguire uno sviluppo aziendale di essa, e che alcuni di tali soggetti, pur tenendo le carte coperte fino all’ultimo, come il gruppo Granarolo, hanno nettamente un vantaggio dal fatto che per loro si sono esposti alcuni soggetti politici. Proprio nei confronti della storica azienda emiliana si era speso a metà gennaio scorso il presidente del Consiglio, ed ex sindaco di Firenze Matteo Renzi, mentre sorprende e non poco la disponibilità segnalata da 98 dipendenti della Centrale del Latte che diventerebbero così comproprietari dell’azienda per cui già lavorano.
Granarolo grande assente Polemiche però si sono registrate nelle ultime ore proprio nei confronti della Granarolo e su questa ci sono state alcune dichiarazioni del presidente della Centrale del Latte Lorenzo Marchionni. «Se l’iniziativa fatta dai soci tramite il Cda è volta a recepire quali sono gli spunti industriali che i vari soggetti hanno in mente, Granarolo è la grande assente. Questo è evidente. L’azienda bolognese non ha portato alcun contributo industriale. Forse, viste le dichiarazioni che la stessa Granarolo aveva fatto, ‘siamo stati mal giudicati, ci avete fatto un processo sommario’, in questa occasione potevano dare un segno tangibile di come immaginano il futuro strategico della Centrale». Detto questo, però, Marchionni precisa come Granarolo sia ancora della partita: «Se uno o più soci, sentite le conclusioni dell’istruttoria del Cda, decidessero di fare un bando per la vendita, chiunque si potrebbe presentare. Se uno ragiona in questi termini Granarolo può rientrare, nessuno ha titolo per impedirglielo».
Il confronto con i sindacati Proprio il presidente della Centrale del latte di Firenze, Lorenzo Marchionni, e il direttore generale, Marco Massaccesi, hanno illustrato ieri le decisioni prese dal Consiglio di amministrazione alla Rsu. Sul metodo scelto dal Cda nella selezione dei possibili partner di Mukki, i sindacati fanno fronte comune: promossi i vertici aziendali, il Cda, le mosse della presidenza Marchionni, «che hanno scartato 6 delle 14 proposte arrivate perché solo finanziarie e prive di spunti interessanti», mentre sul merito vi sono posizioni differenti. Da una parte il blocco Cgil-Cisl, dall’altra la durezza della posizione di Ugl. «È stato un incontro molto positivo – sottolinea Alessandro Baroncini della Cgil -, il clima è quello della fiducia». «Baroncini non deve fare il politico ma il sindacalista e difendere la Mukki», ha detto invece Domenico Scalabrella di Ugl. Da una parte c’è la posizione di Cgil e Cisl che vedono nell’operato del Cda e del presidente Marchionni il mandato della politica locale toscana: la tutela del marchio, dell’occupazione e della filiera. Di contro l’Ugl che plaude al Cda ma che avverte la netta separazione tra la sfere politico-amministrativo: «Marchionni – spiega Scalabrella – è stato chiaro: il giudizio del Cda non può essere confuso con le scelte che prenderanno i soci. La nostra paura è che quindi tutta questa fase serva ad alzare il prezzo delle azioni di quei soci che anche singolarmente andranno a liberarsi della Mukki. Per questo noi riteniamo che Granarolo sia ancora in gioco».
Ugl verso la classe politica Da qui, scagionata la dirigenza, l’accusa alla politica: «Questa non e’ altro che una partita politica dentro al Pd, perché altrimenti Comuni e Regione non hanno deliberato la strategicità della Mukki? – ha aggiunto Scalabrella – Hanno bisogno di vendere per ripianare i buchi, ce lo dicano. Ma non ci prendano in giro». A proposito di lavoro e possibili esuberi Scalabrella fa quasi una minaccia: «Se arriveremo a vendere la Centrale, l’Ugl chiederà ai soci pubblici di rispettare l’articolo 2 del contratto aziendale, che prevede il riassorbimento dei dipendenti in esubero all’interno degli enti pubblici, un po’ come è successo per le province. Se così non sarà andremo dai giudici». Nel frattempo nelle prossime ore la Lega Nord gioca la carta di Matteo Salvini. Il leader nazionale in vista della campagna elettorale per le Regionali sarà giovedì innanzitutto all’Hotel Barberino di Barberino del Mugello alle 14.30, dove terrà una conferenza stampa. Fra i temi che toccherà ci sarà sicuramente quello di Mukki, fanno sapere dalla Lega Nord Toscana. Il candidato alla presidenza della Regione, Claudio Borghi (che e’ anche responsabile nazionale economia del Carroccio), del resto, sta studiando il dossier per formulare una proposta del movimento. E da quello che filtra pare farsi strada l’idea di una nazionalizzazione della Centrale del latte e di una difesa del suo carattere strategico.