È scaduto ieri sera a mezzanotte il termine fissato per presentare un’offerta dopo il bando presentato dalla Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno per l’ipotesi di rafforzamento aziendale e di evoluzione possibile del capitale sociale della Mukki. Al momento sono quattro le manifestazioni di interesse presentate: a rispondere sono stati la Centrale del Latte di Torino, il gruppo Nuova Castelli-Alival, controllato dal fondo Charterhouse Capital Partners, un raggruppamento di cooperative di allevatori del Mugello guidato da Cooperlatte, Granducato e Atpz ed un gruppo di dipendenti della Mukki. Nessun commento da Granarolo, che mesi fa aveva presentato una manifestazione di interesse per la quota del 18% messa in vendita dal Comune di Pistoia e per cui si era speso in prima persona il premier Matteo Renzi.
Il futuro della Mukki Il progetto di Nuova Castelli, si legge in una nota, prevede «un adeguato percorso di crescita, la salvaguardia dell’occupazione e la tutela della filiera produttiva, con particolare riferimento agli allevamenti del Mugello», mentre Torino presenterà il suo progetto lunedì 23. «Come ho già detto in proposito di Granarolo, anche per la Centrale del latte di Torino, così come per altri soggetti privati, noi siamo ben contenti del fatto che vi sia un interesse verso una realtà produttiva importante come la centrale del latte di Firenze – ha dichiarato il sindaco di Firenze Dario Nardella, commentando la predisposizione, da parte dell’azienda piemontese, di una proposta di integrazione con Mukki -. Torno a dire che comunque Mukki non si svende: per noi restano centrali i tre ormai famosi paletti, il progetto industriale di crescita, la salvaguardia dei lavoratori e della fabbrica di Firenze, la valorizzazione e la tutela della filiera, che arriva fino agli allevamenti del Mugello e che sono alla base della qualità del prodotto. Rispettati questi paletti, noi siamo aperti a tutte le proposte».
Le offerte La sorpresa più grande della giornata di ieri è arrivata dai lavoratori della Mukki latte che hanno depositato nella posta certificata aperta dal Cda della Centrale una proposta che, come si legge in una nota serve «per formalizzare il nostro collettivo interesse a costituire un soggetto che, in un sistema di alleanze il cui principio di riferimento sia rappresentato dall’aggregazione di più soggetti caratterizzati dall’impegno a tutelare e sviluppare quanto la Centrale del Latte significa per il territorio, possa portare un effettivo valore aggiunto rispetto all’iter avviato dai Soci pubblici». Chiusa la Pec per formalizzare proposte per il rafforzamento aziendale della Mukki il Consiglio di amministrazione della Centrale del latte di Firenze, tirerà le somme lunedì 23 febbraio. Fino ad allora, fanno sapere da Mukki, «non diremo niente né di ufficiale, né di ufficioso».
Lunedì la fumata bianca? Sentito il Comune di Firenze, l’azionista di riferimento della partita, visto che ha in mano oltre il 42% delle quote del pacchetto azionario, il Cda «procederà con un’istruttoria in cui saranno catalogate le fattispecie che riguardano il futuro aziendale: fusioni, integrazioni, oppure vendita della minoranza o della maggioranza delle quote». Istruttoria che poi il presidente di Mukki, Lorenzo Marchionni, e il Cda, presenteranno ai soci. «A quel punto i soci decideranno la strada migliore, quella cioé che garantirà al meglio i punti chiave fissati in assemblea – spiegano da Palazzo Vecchio- tutela del livello occupazionale e del sito, sviluppo industriale, tutela delle stalle del Mugello». Solo a quel punto, come previsto dalla legge, i soci seguiranno “procedure trasparenti” per definire il nuovo assetto societario.