“La Toscana può contare su un sistema di controlli sulla sicurezza alimentare e veterinaria che funziona, avendo un elevato grado di efficienza. La riprova è anche il riconoscimento ottenuto dall’audit che il Ministero della Salute ha effettuato nella nostra regione la settimana scorsa con esiti molto positivi”. Lo affermano gli esperti della direzione generale Diritto alla Salute all’indomani della notizia del ricovero nel reparto di cure palliative dell’ospedale di Livorno di una paziente livornese affetta da encefalopatia spongiforme bovina (Bse).


Il sistema toscano – In Toscana è in vigore il sistema di sorveglianza per la Bse scattato nel 2001 con la normativa comunitaria. Si avvale di una doppia sorveglianza: una passiva, ovvero la vigilanza negli allevamenti, e una attiva cioè l’effettuazione di uno specifico test rapido su ciascun animale morto in stalla, durante il trasporto o macellato e destinato al consumo umano. Nel corso del 2008 nella nostra regione sono stati testati 964 bovini macellati e 1440 morti, per un totale di 2404 test effettuati. Tutti hanno avuto esito negativo. Hanno dato esito negativo anche tutti i test effettuati su 853 bovini macellati e 986 morti, per un totale di 1839, effettuati nel corso del 2009. Anche tutti i test effettuati nel 2010 fino alla data odierna, hanno dato esito negativo. Serrata è anche la vigilanza dei mangimi. Grazie al piano messo a punto dal Ministero della Salute per la ricerca di farine animali nei mangimi, in Toscana le Asl dal 2003 al 2009 hanno effettuato complessivamente 1053 campioni di mangimi per la ricerca di proteine animali, di cui è vietata la somministrazione nella dieta dei ruminanti ed erbivori a partire dal 2000. Tutti hanno dato esito negativo.


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