SIENA – “Dopo che la banca è stata risanata e può stare in piedi da sola, si va a fare prima una transazione nottetempo, il 29 luglio, a mercati chiusi arriva la notizia di un potenziale spezzatino da chiudere in 40 giorni e tutto questo senza un iter parlamentare perché in pausa estiva. Io penso che in questo modo si possa arrivare al sacco di Siena”.
Così l’on. Guglielmo Picchi della Lega in una conferenza stampa tenuta davanti a Rocca Salimbeni, a Siena, sulla trattativa Unicredit per Mps. “Sottrarre la banca ai senesi e a Siena – ha concluso Picchi – comporta una spesa per l’Erario e per tutti i contribuenti italiani tra i 5 e i 7 miliardi. Spesa che l’Erario dovrà ancora sostenere per privatizzare questa banca, dopo quelli già spesi per il salvataggio che sono stati altri 5 miliardi. Io trovo questo inaccettabile”.
“Ci sono ancora giorni a disposizione, il presidente della Fondazione Mps Rossi si assuma le sue responsabilità nei confronti della città per far sì che questa trattativa venga rimessa nei binari giusti”. Così, ancora, davanti a Rocca Salimbeni, Guglielmo Picchi.
“Questa notizia arrivata a mercati chiusi – ha ricostruito Picchi – era una notizia annunciata una settimana prima da un infausto accordo che la Fondazione ha fatto con la banca sulla transazione da 150 milioni di euro. La trattativa stava andando avanti per cifre molto più importanti ma è stato concluso un accordo velocemente dal presidente della Fondazione, non so se inconsapevolmente o in malafede, a una cifra irrilevante rispetto al totale”. “Un accordo – ha concluso Picchi – che ancora non è passato dalla Deputazione generale e quindi io chiedo che il presidente della Fondazione Rossi abbia il coraggio di andare a trovare i voti e farsi approvare l’accordo che è quello che ha sbloccato la trattativa per Unicredit”.
Il commento del candidato alle suppletive “Nell’assassinio della banca, in questo libro giallo metaforico, il killer ha un nome e cognome politico e non va certo ricercato nell’area che rappresento come candidato” ha detto Tommaso Marrocchesi Marzi, candidato per il centrodestra alle elezioni suppletive nel collegio Toscana 12 della Camera dove corre pure il segretario del Pd Enrico Letta, commentando la notizia della possibile acquisizione di Mps da parte di Unicredit. “La strada è quella dello spezzatino e noi siamo qui per dire no”, ha aggiunto parlando in una conferenza stampa di fronte a Rocca Salimbeni a Siena, sede di banca Mps. “No alla morte della banca che implica la morte della città e dell’intero territorio”, ha detto poi Marrocchesi Marzi che ha pure evocato “il caso Olivetti”.
“Si sta facendo come la gatta frettolosa che fece i gattini ciechi…”. Così, usando un detto toscano, Tommaso Marrocchesi Marzi, ha continuato a commentare la possibile cessione di Mps a Unicredit. “Un’iniezione di liquidità, minore rispetto alle aspettative, avrebbe permesso alla banca di darsi del tempo” ha aggiunto con i giornalisti in una conferenza stampa convocata stamani di fronte a Rocca Salimbeni a Siena, sede di Mps. “L’ipotesi ‘stand alone’, anche se temporanea – ha aggiunto -, poteva essere presa in considerazione” prosegue il candidato del centrodestra, che poi conclude: “Non si prendono in considerazione le possibili ricadute in termini sociali e di occupazione nel nostro territorio”.