Prende corpo a Siena l'ipotesi di affidare la presidenza della Fondazione Mps a Francesco Maria Pizzetti, già presidente dell'authority per la privacy dal 2005 al 2012. A dare sabato la notizia è stata l'Ansa dopo che per tutta la giornata si erano rincorse voci sul nome del futuro successore di Gabriello Mancini alla guida di Palazzo Sansedoni. Successione ad una poltrona non comoda, considerato che il nuovo ente ha davanti a sé un programma difficile di negoziazione del debito con le 11 banche creditrici e dovrà, probabilmente, gestire la vendita al meglio del pacchetto azionario Mps, scendendo così nel controllo della Banca, attualmente al 33%.
Un consigliere di Prodi Pizzetti, ordinario di diritto costituzionale e di diritto della privacy all'università Luiss di Roma, è stato, tra l'altro, consigliere costituzionale dell'allora presidente del Consiglio, Romano Prodi, dal 1996 al 1998. Proprio a Prodi, tra l'altro, aveva pensato nei giorni scorsi il sindaco di Siena Bruno Valentini (Pd) che insieme al presidente della Provincia,Simone Bezzini indica 6 consiglieri su 14 della stessa deputazione generale (Leggi Documento: Comunicato Stampa Fondazione Mps con i 14 nomi della nuova Deputazione Generale). Ma l'ex presidente del Consiglio aveva declinato l'invito. Una decisione definitiva sul nome di Pizzetti dovrebbe essere presa nelle prossime ore, in modo da arrivare a lunedì mattina con un accordo di massima. La riunione di oggi sarà l'ultima presieduta dall'ormai ex presidente Gabriello Mancini.
Litigi in casa democratica Intanto, ieri è nuovamente scoppiata la bagarre dentro il Pd senese. Ad accendere la miccia è stato il neo segretario cittadino del partito, Alessandro Mugnaioli, che ha usato parole di fuoco contro il "suo" sindaco, anch'esso Pd. «La città è profondamente delusa dalle designazioni del sindaco nella deputazione generale della Fondazione Mps – scrive Mugnaioli-. Appare arduo affermare che le quattro scelte operate rappresentino i migliori curricula presentati in Comune, come era stato solennemente promesso in campagna elettorale. In ogni caso ora occorre guardare avanti e chiedere il meglio per la deputazione amministratrice». Il messaggio è semplice, Mugnaioli, e con esso forse il vecchio partito che fa riferimento all'ex sindaco Franco Ceccuzzi, vuole contare nelle prossime nomine per chi sarà chiamato a gestire Palazzo Sansedoni.
Mugnaioli vs Valentini E per rimarcare questo desiderio Mugnaioli non ci pensa due volte a screditare il sindaco (che ricordiamo è anch'egli del Pd) e le nomine appena compiute, sebbene appaia strano che non sia stato coinvolto nei giorni scorsi. Senz'altro non avrà condiviso la nomina di Alessandra Navarri, da sempre fiera oppositrice della politica di Franco Ceccuzzi nel partito, ma appare difficile che non abbia approvato, ad esempio quella del commercialista Egidio Bianchi, che era senza dubbio in una rosa di nomi gradita proprio allo stesso Mugnaioli. Perchè ora ne prende le distanze così platealmente?
Il caso Fini Dove, invece interviene con forza per prendere le distanze è quando smentisce una voce, uscita in mattinata come indiscrezione de Il Corriere di Siena,che avrebbe voluto Aldighiero Fini alla presidenza. Anch'egli, senza farne mistero vicino al Sindaco, Fini è stato per anni direttore della Confesercenti e poi presidente di Banca Toscana, oggi è presidente di Mps Capital Service. Un curriculum di grande rispetto costruito negli anni e un uomo che conosce bene l'economia provinciale e il mondo delle banche. In altro tempo avrebbe senz'alro rappresentato una risorsa per la città, un sicuro riferimento per tutti. Ieri, è stranamente diventato oggetto degli strali del rappresentante cittadino del Pd. «La riproposizione di vecchio ceto politico riciclato dalle controllate della banca, sarebbe davvero inaccettabile», ha tuonato Mugnaioli. Una frase che suona come un de profundis su una candidatura che, forse, non è nemmeno mai stata in campo, ma è bastato una indiscrezione per far sparare veleno. Come a dire che in casa democratica la resa dei conti non è ancora finita. Di contro, risulta ancora in corso il tentativo dello stesso Pd di Mugnaioli (graditi anche a Simone Bezzini e a Franco Ceccuzzi) di riconfermare in Palazzo Sansedoni due uomini come Alessandro Piazzi e Paolo Fabbrini. E qui francamente fatichiamo a trovare coerenza con le sbandierate parole di discontinuità e rinnovamento.
La risposta del sindaco Immediata la replica del sindaco Bruno Valentini che sul suo profilo Facebook scrive: «Com’era prevedibile, le designazioni da me fatte per la Deputazione Generale della Fondazione MPS hanno suscitato varie reazioni, molte delle quali di segno negativo, di varia provenienza . Molti nemici, molto onore. Evidentemente non si è ancora abituati, né a Siena e né a Roma, all’indipendenza dell’Amministrazione Comunale. L’attribuzione degli incarichi secondo il sistema dei curriculum professionali non va confuso con un concorso pubblico per titoli e, dovendo comunque scegliere, ho privilegiato ciò che a me è sembrato il profilo personale più adeguato, la convinta adesione alla mozione programmatica approvata a maggioranza dal Consiglio Comunale del 16 luglio e la volontà di provare fino in fondo a salvare la Fondazione e, attraverso ciò, il rapporto fra banca e territorio. Quello che ho chiarito loro e spero che valga per tutti gli altri membri della Deputazione Generale è che non dovranno mai più accettare veline scritte da altri su nomine e scelte gestionali». Parole che paiono coerenti con l'impostazione che Valentini sta dando in queste prime settimane di guida a Palazzo Pubblico.
Molti nemici. Molto onore Fa sobbalzare, semmai, la citazione mussoliniana del «molti nemici, molto onore». Ma forse la tensione ieri era veramente alta in casa Pd. E in certe giornate delicate per in cui devono essere selezionati i profili migliori per la guida della Fondazione verrebbe da suggerire ai protagonisti in campo un'altra frase che ci ha lasciato il deprecato Ventennio: «Taci il nemico ti ascolta».