SIENA – Le parti si rivedranno più avanti “per gli approfondimenti sui criteri di individuazione del perimetro delle filiali in chiusura – sulla cui tempistica continuiamo a rimanere molto scettici – e le necessità di organico delle varie realtà aziendali”.
Epilogo del confronto tra sindacati e l’ad di Mps, Luigi Lovaglio, che non si è concluso i maniera soddisfacente per le maestranze. “Durante l’incontro – hanno affermato Fabi, First Cisl, Cgila Fisac, Uilca, Unisin – abbiamo espresso all’ad la nostra preoccupazione circa la stretta ed evidente correlazione che legale future prospettive strategiche della Banca anche alla gestione degli organici”.
E ancora: “Riteniamo infatti che, in questo momento, la miglior risposta alle difficoltà economiche presenti nel Paese ed in Europa, possa essere costituita dalla vicinanza ai cittadini ed ai territori, dalla creazione di valore e lavoro – anche per la Banca – invece che dall’abbandono di importanti presidi a livello locale. A tale proposito l’Ad ha ribadito la complessiva valenza del Piano industriale confermando di voler procedere – così come determinato anche dal commitment della Commissione Europea – in maniera graduale alla chiusura delle filiali meno ’redditizie”.
Nelle scorse settimane, si legge ancora nella nota, “abbiamo affrontato con l’Azienda alcune tematiche rivenienti dall’Accordo siglato lo scorso 7 agosto, in particolare organici e un ulteriore lotto di filiali da chiudere entro il 2023. Non avendo ritenuto soddisfacenti le risposte aziendali, prima di procedere con il confronto abbiamo chiesto di incontrare urgentemente l’amministratore delegato per avere chiarimenti rispetto alla strategia industriale della Banca, alle motivazioni inerenti all’eventuale chiusura delle filiali e alle assunzioni, da noi ripetutamente sollecitate”.