SIENA – C’è un tempo sospeso da sempre a Siena nel ciclico intercedere dei mesi e delle settimane. E’ il tempo che intercorre da quando viene tolto il tufo da Piazza del Campo dopo il Palio del 2 luglio a quando viene risteso per il Palio del 16 agosto.

E’ il tempo in cui la maggior parte dei senesi, e di montepaschini, si trasferisce a Follonica per le vacanze e qui trascorrere le ore e dibattere sul bagnasciuga di contrade, di sport e di “babbo monte”. Due lustri or sono era il periodo prediletto, proprio perché sospeso, per annunciare la vendita dei migliori giocatori di calcio e basket delle società senesi ‘targate’ Mps che, all’epoca, militavano nelle massime serie.

Oggi, nella città privata dei suoi Pali per via della pandemia, i pochi senesi rimasti tra le lastre commentano l’ipotesi di “svendita” della loro banca da parte del principale azionista, il Mef. Lo fanno con distacco e rassegnazione puntando il dito contro la politica e contro le scelte del passato.

A difendere Siena, la sua banca e i montepaschini è rimasto il sindaco Luigi De Mossi che si è appellato proprio alla politica perché strappi il dossier Mps ai soli tecnici affinché la banca “non sia rottamata” e la stessa sorte non tocchi “agli uomini monte che hanno fatto grande questa città”.  I punti chiave della contrattazione, a dire il vero congelata da diverse settimane, tra Siena e il Governo per il salvataggio di Mps restano gli stessi: salvaguardia occupazionale e mantenimento della direzione generale a Rocca Salimbeni.

Sono gli stessi punti chiave evocati dai sindacati che hanno chiesto un maggiore coinvolgimento nelle decisione sulle sorti della banca. Siamo ben lontani dal marzo del 2012 quando in 8mila dipendenti da tutta Italia sfilarono nelle vie delle città contro gli esuberi ed oggi qualche ex montepaschino, a denti stretti, con devota riconoscenza verso la banca, ammette di godere di un piacevole prepensionamento.

Neanche l’inizio della campagna elettorale in vista delle suppletive di ottobre ha acceso gli animi della città. A Siena il tempo resta sospeso, sul bagnasciuga di Follonica si parla di “babbo Monte”, più che di sport e di contrade, e magari lo si fa con i futuri colleghi milanesi di Unicredit in vacanza.