I sindacati del Monte dei Paschi in forma unitaria indicono lo sciopero di tutti i lavoratori contro il piano industriale recentemente approvato dalla Banca e presentato nelle sedi di tutta Italia. Il primo, probabilmente di una serie di iniziative, è proclamato per venerdì 27 luglio prossimo.
«Piano industriale irricevibile» È questa la prima dura risposta dei sindacati che si oppongono ad «un Piano Industriale irricevibile e incentrato prevalentemente sul versante dei costi che penalizza drasticamente le condizioni del personale Mps». «4600 esuberi, di cui 2300 con esternalizzazione, il taglio dei costi del personale e la disdetta del Cia – si legge in una nota – sono una stangata a senso unico che scarica sulle spalle dei colleghi tutto il peso delle inefficienze e degli errori manageriali passati e presenti e i costi del risanamento».
Opposizione a tutte le esternalizzazioni La mobilitazione dei lavoratori partirà dall’attivazione di una tornata di assemblee in tutte le realtà aziendali e comprenderà anche l’attivazione di tutti i canali comunicativi possibili sia nei confronti della clientela, che della cittadinanza nelle varie piazze che, naturalmente, degli organi di informazione. Con lo sciopero intendiamo rivendicare: la modifica sostanziale dell’entità della manovra sul costo del personale che dovrà partire dalla totale salvaguardia dei livelli occupazionali complessivi, dei livelli salariali, della mobilità territoriale e professionale. In questo contesto assume primaria rilevanza l’opposizione a qualsiasi progetto di esternalizzazione di attività, peraltro contrario alle nuove previsioni del Ccnl.
Le condizioni per avviare una trattativa Tuttavia, un minimo di spiraglio i sindacati unitari sono disposti ad offrirlo a Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, rispettivamente ad e presidente di Mps. «Siamo pronti a dare il nostro contributo – scrivono – per il risanamento della banca e del gruppo, richiedendo tuttavia alla controparte condivisione dei programmi da adottare, equità nella distribuzione dei sacrifici e l’instaurazione di un rapporto reale, onesto, trasparente con i dipendenti e le organizzazioni sindadali» E pongono precise condizioni. «La riscrittura della parte del piano dedicata al personale necessiterà della predisposizione di alcune iniziative: l’individuazione di dati economici oggettivi che definiscano chiaramente l’entità dei risparmi ricercati e le modalità di calcolo; una piattaforma articolata di interventi su top management, dirigenti apicali, benefits, consulenze e sponsorizzazioni in grado di determinare “solo” in ultima istanza una incidenza sui costi del restante personale; la chiara illustrazione del fenomeno dei pensionamenti nell’arco del Piano, la valutazione degli effetti della riforma Fornero sul numero delle fuoriuscite preventivate. Il ritiro della disdetta del Cia per l’apertura di una vera trattativa».
«Avanti con la discontinuità» Proprio oggi il segreteraio senese del Pd, Giulio Carli, aveva detto di «guardare con fiducia al futuro». «Il tempo ci dirà se siamo sulla strada giusta, se e quando la Banca tornerà a produrre reddito. Per ora andiamo avanti nel percorso di discontinuità, consapevoli che il rilancio del terzo gruppo bancario d'Italia, la difesa dei posti di lavoro, il mantenimento della sua indipendenza strategica e del suo legame con la città passa dal ritorno a creare utili. Il Pd sarà impegnato affinché, nel rispetto dei ruoli di ciascuno, le relazioni industriali possano avvicinarsi, per ricercare quella sintesi indispensabile all'interesse della banca, dei suoi soci, dei lavoratori e della ricchezza che essi esprimono con le loro professionalità».