A pochi giorni dall’assemblea dei soci di Banca Mps convocata per il 29 aprile, l’istituto di Rocca Salimbeni risponde alle richieste della Consob su bilancio 2012 e sui derivati. «Le operazioni Santorini ed Alexandria hanno generato una minusvalenza di 117 milioni di euro sul margine di interesse del 2012 di Mps – spiega la banca -, esclusi gli effetti del 're-statement' (correzione degli errori, ndr) degli esercizi precedenti». Includendo anche tali elementi, positivi per circa 34 milioni, il contributo complessivo delle operazioni in oggetto sarebbe stato negativo per circa 83 milioni.
Ripercussioni sul futuro Quanto agli effetti sugli esercizi futuri, la banca spiega che «nell'ambito del target di margine di interesse 2015 per il gruppo Mps, pari a 2,68 miliardi di euro, tali operazioni hanno complessivamente un contributo negativo per 16 milioni di euro, al lordo del contributo positivo per complessivi 26 milioni di euro derivanti dall'effetto re-statement, non incluso nelle previsioni di Piano Industriale». Per quanto concerne l'equilibrio patrimoniale, le due operazioni, per la lunga scadenza che le contraddistingue, hanno contribuito per oltre il 40% al saldo negativo della riserva “Available for Sale” relativa ai titoli emessi da stati sovrani al 30 settembre 2011. Sulla base del valore di tale riserva è stato determinato lo “shortfall” (ammanco, ndr) di capitale che, su raccomandazione dell'Eba, ha portato la Banca a chiedere aiuti di stato, che, ricorda la banca, «si sono concretizzati nell'emissione di Nuovi Strumenti Finanziari che sono stati sottoscritti dal Ministero dell'Economia e delle Finanze per un ammontare complessivo di 4,071 miliardi di euro di euro, di cui 1,9 miliardi ai fini dell'integrale sostituzione dei Tremonti Bond già emessi dalla Banca nel 2009, e 171 milioni a titolo di pagamento anticipato degli interessi maturati sino al 31 dicembre 2012 sui Tremonti Bond»
Caltagirone, via da Mps per investire su Unicredit Il gruppo Caltagirone è uscito da Mps, a inizio del 2012, perchè si era presentata una «occasione unica con l'aumento di capitale di Unicredit» con il titolo di quella banca che proprio per questo era «sceso tantissimo». Ad affermarlo ieri il presidente Francesco Gaetano Caltagirone interpellato a margine dell'assemblea della holding, la Caltagirone spa, sulle ragioni che avevano condotto al disinvestimento in Mps prima che scoppiasse il caso di Rocca Salimbeni. Il titolo Unicredit «era sceso talmente per cui ci siamo resi conto che potevamo vendere Monte Paschi e comprare Unicredit, che aveva molte più possibilità di rimbalzare», ha spiegato il presidente del gruppo. La scelta era stata fatta, spiega ancora, «perchè mentre Mps è una banca unicamente italiana e l'Italia era entrata nel tunnel della crisi, Unicredit ha il 70% delle attività all'estero. Così – dice ancora Caltagirone – abbiamo spostato l'investimento e privilegiato una banca che ha il 70% degli investimenti all'estero, che poi sono quelle che vanno meglio».
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