Il Monte dei Paschi di Siena archivia il primo semestre 2013 con un rosso di 380 milioni di euro, peggiore delle attese degli analisti (scarica il documento integrale). Il dato si confronta con la perdita di 1,5 miliardi di un anno fa.
L'Ad Viola: «I risultati confermano l'efficacia delle azioni intraprese» I risultati semestrali del Monte dei Paschi, «hanno confermato l'efficacia delle 2 azioni prioritarie: la prima il miglioramento del profilo patrimoniale/finanziario della banca; la seconda il miglioramento dell'efficienza operativa, testimoniata dalla riduzione dei costi», così Fabrizio Viola, Ad di Mps, introducendo la conference call con gli analisti sui risultati semestrali della banca. Dopo i primi mesi del 2013, quando sui riflessi dele inchieste giudiziarie sulla vecchia gestione della banca, «ricordo che si era parlato di fuga di depositi – ha aggiunto Viola – il trend della raccolta diretta (137 mld, NdR) ha registrato una crescita dell'1,3% su base trimestrale e del 3,3% su base annuale. E' importante poter dire di avere alle spalle il problema che si era concentrato tra febbraio e marzo. Poter registrare un incremento della raccolta dall'inizio dell'anno è la conferma matematica che la banca è riuscita a superare brillantemente questo difficile momento».
Esternalizzazioni, trattative in atto con Accenture e Bassilichi «Per quanto riguarda il progetto di outsourcing, il Cda ha scelto di proseguire le trattative con due soggetti primari del settore, quali Accenture e Bassilichi». A rivelarlo in conference call Bernardo Mingrone, Cfo di Mps. Il progetto di outsourcing, cioè la esternalizzazione dei servizi di back-office, interessa circa mille dipendenti del Monte ed è da sempre il nodo cruciale delle trattative tra azienda e sindacati.
Pronti a recepire indicazioni per migliorare il Piano Nel corso della conference call l'Amministratore Delegato Viola è anche intervenuto sul serrato confronto tra Governo e Unione Europea in merito al piano di risanamento della banca che dovrebbe dare il via libera agli aiuti di Stato. «Siamo a disposizione – ha detto Viola – e siamo pronti a recepire indicazioni volte a migliorare il nostro piano industriale sotto forma di ristrutturazione». «Da settembre – ha detto ancora – avremo qualche informazione in più e, a seconda delle modalità che dovremo usare, cercheremo di darle tempestivamente al mercato». Viola ha quindi richiamato quanto indicato nella nota sui conti, dove si legge che il piano di ristrutturazione approvato il 13 giugno dal Cda della banca riflette «uno scenario macroeconomico più fragile» rispetto al piano industriale del 2012 e che «sono previste ulteriori azioni di contenimento dei costi, cessione degli asset e riduzione del perimetro di filiali, oltre al rafforzamento delle iniziative di 'capital management' già indicate». Sul piano è poi intervenuto anche MIngrone che ha sottolineato: «non è messo in dubbio dall'Ue» semmai si chiede di «migliorare alcuni aspetti»
I dati del semestre Margine di interesse in contrazione del 35,2% su base (-26,8% su basi omogenee), influenzato dagli oneri sui Nuovi Strumenti Finanziari (Monti-bond, ndr) per circa 152 milioni di euro, dall'azione di sviluppo del funding e dal deleveraging creditizio finalizzato al riequilibrio patrimoniale/finanziario della Banca. Positivo contributo delle commissioni (+1,4% su base annua, +2,1% su base annua, su basi omogenee), grazie al miglioramento delle commissioni dall'attività di gestione del risparmio (+22,7% su base annua). Oneri operativi in significativa riduzione: -10,5% su base annua (-3,3% la variazione rispetto al primo trimestre), con spese del personale in calo dell'11,8% su base annua e altre spese amministrative in diminuzione del 6,5% su base annua. Costo del credito a 149bps (138bps nel 1* trimestre e 188bps nel 2012), con rettifiche su crediti in aumento di 190 milioni di euro rispetto al primo semestre 2012, in presenza di un ulteriore aumento delle coperture. Concorrono alla formazione del Risultato di periodo, pari a -380 milioni di euro, oneri per esodi del personale pari a 17,6 milioni di euro e accantonamenti per fondo rischi e oneri per circa 45 milioni di euro principalmente per cause legali/revocatorie. Positivo andamento della Raccolta diretta: +1,3% rispetto a Marzo 2013 e +3,3% rispetto a Giugno 2012, con conseguente miglioramento della quota di mercato (+30bps rispetto a fine 2012).
Patrimonio netto in crescita Patrimonio netto in aumento di circa 360 milioni di euro rispetto a marzo 2013, per effetto della riduzione del valore negativo delle riserve da valutazione (circa +600 milioni di euro) soprattutto per effetto del restringimento dello spread su merito creditizio della Repubblica Italiana. Raggiunto il 90% del target triennale di chiusura filiali (360 su 400 previste dal Piano Industriale) e già pianificata per settembre 2013 la chiusura delle restanti 40 unità. Azioni di cost management in fase avanzata di realizzazione, con attesi risparmi di costi per circa 140 milioni di euro nel 2013 e circa 190 milioni di euro nel 2015, pari al 54% del Target di Business Plan (al netto degli impatti del Progetto Back Office). Riduzione dell'organico per circa 2.700 persone da fine 2011, di cui circa 1.660 per Esodo Incentivato e adesione al Fondo di Solidarietà; raggiunto circa il 60% del Target delle uscite previste da Piano.
Portafoglio titoli e derivati oltre i 40 miliardi Il portafoglio titoli e derivati del gruppo a fine giugno risulta pari a 40,5 miliardi di euro, in aumento di circa 2,5 miliardi di euro rispetto a marzo. Lo annuncia la banca in una nota, precisando che «la dinamica del secondo trimestre è da riconnettere principalmente ad acquisti temporanei di titoli di Stato sul portafoglio Hft della controllata Mps Capital Services in relazione alla sua attività di primary dealer nel comparto dei bond governativi». Questi «acquisti – prosegue la banca -, effettuati in concomitanza con il regolamento delle aste di fine giugno, sono stati quasi totalmente ricollocati sul mercato già nella prima parte del mese di luglio. Il portafoglio titoli ha inoltre beneficiato della ripresa di valore dei titoli valutati al fair value, in relazione alla riduzione dello spread Italia, che ha impattato prevalentemente sul portafoglio Titoli di Stato classificati Afs, mentre sul comparto L&R il calo è riconducibile al sopraggiungere della scadenza naturale dei titoli in esso classificati»