SIENA – Il tempo delle risposte è arrivato. Secondo i sindacati, che sono tornati a chiedere a Mps di definire il nodo esuberi, convocando al più presto un incontro.

“È necessario che, a soli 40 giorni dal termine di uscita, l’azienda faccia le valutazioni del caso e finalmente si esprima sulla possibilità di accogliere tutte le domande per consentire ai colleghi interessati di superare l’incertezza sul possibile, imminente e radicale cambiamento di vita”, hanno dichiarato le sigle sindacali, che poi hanno aggiunto: “Confidiamo che la volontà di sciogliere questo nodo andando incontro alle legittime aspettative dei colleghi aderenti al fondo, coniugato alla necessità altrettanto impellente di fare luce sulla sostenibilità organizzativa e funzionale della banca post esodo, sia una esigenza sentita non solo dalle organizzazioni sindacali, ma anche dall’azienda”.

La questione riguarda le domande in più rispetto alle 3.500 uscite previste dall’istituto di credito nel 2022 per dare seguito al piano industriale. In totale le richieste pervenute sono 4.125. I costi dell’operazione al momento sono fissati in 800 milioni, a fronte di un risparmio annuo di 270 milioni a partire del 2023. L’accettazione di esuberi ulteriori significherebbe nel lungo termine contenere i costi, ma a stretto raggio quasi 200 milioni in più da immettere nel maxi-esodo.