SIENA – Difficile definirlo un passo in avanti. Più che altro un’occasione meno formale rispetto alla prima volta.

Sindacati e Banca Mps si sono ritrovati per discutere dell’esodo di 3.500 persone e dell’impiego del Fondo di Solidarietà per coprire queste uscite.

L’accordo tra le parti andrebbe raggiunto nel termine massimo di 50 giorni, per poi procedere entro il 1 dicembre con l’operazione di esubero. Una strada tutt’altro che spianata, ma quanto meno, prima che il Paese entrasse in una crisi politica con pochi precedenti, c’era la consapevolezza che il processo fosse la prima di un percorso di rinascita. La caduta di Mario Draghi ha cambiato le carte in tavola all’improvviso, aprendo per Rocca Salimbeni scenari incerti.

“Le OO.SS – ha evidenziato i sindacati al termine dell’incontro – hanno confermato la necessità di un approfondito coinvolgimento delle stesse nelle diverse fasi applicative del piano industriale, tanto più necessario oggi a causa di un contesto politico in profonda e continua evoluzione, i cui effetti potrebbero non essere secondari rispetto all’efficacia delle soluzioni negoziali individuate fra le parti”.

Se è vero che il piano guarda al lungo periodo, difficile non ravvisare nell’instabilità politica un elemento di disturbo. Soprattutto adesso che non c’è più Draghi a fare da garante agli occhi dell’Europa. E Bruxelles, in questa partita, non è pedina da retroguardia. Tutt’altro.